Chiamata anticamente via Galgaria, cuore urbanistico della città, collega il Campo con il Duomo e l'antico Spedale di Santa Maria della Scala. Uno dei punti più suggestivi dai quali partire per percorrerla è sicuramente il piccolo vicolo di Costarella dei Barbieri, punto di partenza e di arrivo dei cavalli del Palio. Secondo gli storici, era questo il punto dell'antichissima porta Salaria, dove si trovava il Triventum, il punto da cui partiva la divisione in tre parti della città (Terzo di Camollia, Terzo San Martino, Terzo di Città). Il grande sviluppo medievale ha lasciato però solo palazzi successivi al XIII secolo, anche se sicuramente le fondamenta della via sono assai più antiche. Subito a sinistra, si ammira la bella forma del Palazzo d'Elci, con bello scalone ottocentesco e due bei dipinti di Daniele Ricciarelli da Volterra nel piano nobile. Subito dopo l'imbocco del chiasso del Bargello, con caratteristica inquadratura della Torre del Mangia, ecco il bel Palazzo Patrizi, antica e prestigiosa sede dell'Accademia degli intronati. L'istituzione nasce nel 1525 e il suo emblema è quello della zucca, custode del sale (sale in zucca), incrociata da due pestelli, campeggia sul portale. L'impianto trecentesco del palazzo viene rinnovato nel Cinquecento con il grandioso salone centrale del piano nobile impreziosito dalla decorazione a figurette e paesaggi di Giorgio di Giovanni, discepolo del Beccafumi, dagli stucchi di Marcello Sparti e dai dipinti del fiammingo Bernardo Van Rantwyck (1583).
Proseguendo lungo la via, troviamo il bel palazzo Marescotti, oggi Palazzo Chigi Saracini, e il Palazzo delle Papesse (vedi). Subito dopo quest'ultimo, il prototipo del palazzo gotico Senese, il Palazzo Marsili che conserva la sua struttura in cotto e mostra gli inserimenti neo-gotici dell'architetto Partini (1870), grande sostenitore di un ritorno architettonico alle origini. Bello lo stemma di Piccolomini sorretto da angeli sulla facciata.
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