L'Università degli Studi di Siena (abbreviato UniSi) è un ateneo toscano situato nella città di Siena e con sedi periferiche ad Arezzo e Grosseto e, essendo nata nel 1240, risulta essere una delle più antiche università italiane ed europee. Nel 1990, infatti, l'Ateneo senese ha festeggiato i 750 anni di attività accademica.
È documentata l'esistenza di una scuola episcopale nell'XI secolo, attiva fino ai primi decenni del XIII secolo. Ma la prima notizia sull'istituzione di un vero e proprio Studium risale al 1240: da un documento, un decreto del podestà Ildebrandino Cacciaconti che imponeva a tutti coloro che affittavano alloggi agli studenti il pagamento di una tassa al Comune, con la quale finanziare e stipendiare i professori dello "Studio Senese", si apprende dell'esistenza di uno Studio "provinciale" finanziato dal Comune e costituito dalle scuole di grammatica, diritto e medicina. Presso la scuola medica insegnò in quegli anni, dal 1245 al 1250, anche Pietro Ispano che nel 1276 sarebbe diventato papa Giovanni XXI. Nel 1246 fu istituito a Siena anche uno Studio di diritto finanziato dall'imperatore Federico II con lo scopo di danneggiare l'Università di Bologna. Il 29 novembre 1252 papa Innocenzo IV con il privilegio Vestra ferventer concesse ai maestri e agli scolari senesi l'immunità fiscale. Tra i giuristi che insegnarono nella seconda metà del XIII secolo si possono segnalare Benincasa da Laterina, Pepo Salvani e Giacomo Pagliaresi.
Nel 1321, a causa di una forte diatriba tra gli studenti dell'università bolognese e il podestà della città, Siena accolse numerosi professori e studenti fuoriusciti dall'università felsinea, istigati anche da un locale lettore di legge Guglielmo Tolomei.
Il 16 agosto 1357 l'imperatore Carlo IV, in un diploma concesso a Praga, riconobbe lo studio senese come Studium Generale e lo pose sotto la sua protezione, riconoscendolo fra le Università del Sacro Romano Impero.
Il 7 maggio 1408 papa Gregorio XII confermò i privilegi di Studium Generale concessi mezzo secolo prima dall'imperatore, promulgando ben otto bolle inviate a Siena da Lucca, tra le quali In Apostolicae Sedis specula con cui istituì anche lo Studium di teologia, conferì ai docenti e agli studenti senesi gli stessi privilegi concessi ai loro colleghi di Bologna e Parigi, e dispose, inoltre, la fondazione del collegio noto come "Casa della Sapienza", una struttura destinata ad accogliere gli studenti "fuori sede", collocata nei locali della soppressa Domus Misericordiae, che richiamò scolari da tutta Europa; questa accoglierà i primi ospiti nel 1416, al prezzo di cinquanta fiorini.
Tra i professori che insegnarono a Siena nel XIV secolo possono essere menzionati i giuristi Federico Petrucci, Paolo Liazari, Cino da Pistoia, Andrea Ciaffi, Neri Pagliaresi, Pietro Ancharano, Ubaldo degli Ubaldi, Tommaso Corsini; i medici Ugo Benzi, Gentile da Foligno, Dino del Garbo, e Riccardo da Parma; i grammatici Nofrio e Pietro d'Ovile, il matematico Guido Bonatti, l'astrologo/astronomo Cecco d'Ascoli. Nel XV secolo si distinsero i giuristi Niccolò Tedeschi, detto il Panormitano, Francesco Accolti, Filippo Decio e Mariano Soccini; Jacopo da Forli e Alessandro Sermoneta in medicina; il teologo Francesco della Rovere (poi Papa Sisto IV), gli umanisti Agostino Dati e Francesco Filelfo in lettere. Tra gli scolari Giovanni Marrasio, Antonio Beccadelli detto il Panormita, ed Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II.
Con il Cinquecento inizia un periodo di decadenza della città, ma lo Studio fu uno dei pochi centri di sviluppo e di innovazione ancora attivi in città che riuscì a convogliare a Siena le innovazioni e le idee contemporanee. Anche dopo la caduta della città per mano fiorentina avvenuta il 21 aprile 1555, dopo un lungo ed estenuante assedio, e la concorrenza dell'Università di Pisa, divenuta l'ateneo di riferimento del Granducato di Toscana per volontà degli stessi Medici, la città riuscì a conservare il proprio ateneo. Nel 1569 fu creata una nuova commissione, composta dai membri della Balia, e furono approvati gli statuti delle numerose nationes degli scolari tedeschi a Siena. Furono in seguito inaugurati i concorsi a cattedre, e nel 1591 furono attribuiti nuovi poteri al Rettore dello Studium, eletto dagli scolari, ma anche dalle più alte magistrature cittadine. Tra i professori che si distinsero nel XVI secolo si possono ricordare il giurista Claudio Tolomei, e gli umanisti Eurialo da Ascoli e Jacopo Griffoli.
Nonostante gli sforzi profusi per far uscire Siena e il suo ateneo dalla crisi, si registrò comunque un generale declino degli studi. Tra i professori del XVII secolo che possono essere menzionati si ricordano i giuristi Silvio Spannocchi e Francesco Accarigi; nei corsi scientifici possono essere ricordati Francesco Pifferi, il matematico Teofilo Gallaccini, il botanico Pirro Maria Gabrielli, che diede vita a Siena all'Accademia dei Fisiocritici, Michelangelo Mori e Ottavio Nerucci, e i matematici Candido Pistoi e Domenico Bartaloni, e il botanico Biagio Bartalini, direttore dell'Orto botanico di Siena. Il primo docente di Storia della Chiesa fu Domenico Valentini (1743), mentre la prima cattedra di teologia morale e di sacre scritture fu stabilita tra 1775 e il 1777.
Con l'avvento degli Asburgo-Lorena, Leopoldo I dette all'ateneo senese una nuova organizzazione e il numero delle cattedre fu incrementato. Tra i docenti di questo periodo possono essere menzionati il giurista Francesco Antonio Mori, il docente di economia politica Alberto Rinieri de' Rocchi, il medico Giacomo Barzellotti, e Luigi de Angelis, docente di teologia dal 1803 e autore di saggi sull'arte senese.
Ma nel 1808, con l'invasione francese, lo Studio senese venne chiuso, per riaprire i battenti solo con la Restaurazione. Nel 1848 gli studenti senesi dimostrarono il loro patriottismo e parteciparono in grande numero alla battaglia di Curtatone e Montanara inquadrati nella "Compagnia della Guardia Universitaria", formata tra studenti e professori. Queste posizioni risorgimentali spinsero il Granduca di Toscana a chiudere la scuola medica, risparmiando solo giurisprudenza e teologia.
Solo nel 1859 l'Università riprese spinta e, con dei cambiamenti di statuti, rese famose le scuole di farmacia, ostetricia e rinvigorì la scuola medica, trasformando il Santa Maria della Scala in policlinico universitario. Nel 1880 la facoltà di giurisprudenza fondò il "Circolo Giuridico".
Nonostante questa ripresa attività, nel 1892 l'allora ministro della Pubblica Istruzione, Ferdinando Martini, propose di chiudere l'ateneo senese. Una sollevazione popolare, animata da uno sciopero generale e l'intervento delle istituzioni cittadine costrinse il ministro a ritirare la proposta.
Il Novecento ha visto la crescita dell'Ateneo, passato dai quattrocento studenti iscritti a cavallo delle due guerre ai quasi 20 mila. Le facoltà sono aumentate: alle storiche facoltà di Medicina e chirurgia e di Giurisprudenza si sono aggiunte Farmacia (1933), Scienze matematiche, fisiche e naturali (1962), Economia (1966), Lettere e filosofia di Arezzo (nata come Magistero, 1969), Lettere e filosofia (1970), Ingegneria (1992) e Scienze politiche (1997). Dal novembre 2012 le facoltà sono state sostituite da 15 dipartimenti.
Tra i professori dell'ateneo senese, in tempi più recenti, possono essere ricordati il giurista Piero Calamandrei, il filosofo Norberto Bobbio, gli economisti americani Frank Hahn, Samuel Bowles e Richard M. Goodwin, lo scrittore Antonio Tabucchi, il germanista, saggista e critico letterario italiano Mario Specchio, lo storico britannico Paul Ginsborg, il chirurgo Luigi Gallone, il patologo generale Mario Umberto Dianzani, il farmacologo Giorgio Segre, il clinico medico Angelo Caniggia, il critico letterario Romano Luperini ed il semiologo Omar Calabrese.
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