Centro e cuore della città, questo luogo rivoluziona l'idea stessa della piazza italiana medievale, rifiutando, spazialmente, l'imposizione di una planimetria convenzionale e, concettualmente, qualsiasi commistione fra potere pubblico e potere religioso.
Nata su un terreno fragile e fangoso, su cui convergevano le piccole vie dell'antica città, la piazza per secoli ha rappresentato un grosso problema urbano per Siena.
Fu proprio in epoca romana che il luogo venne bonificato completamente, restando però un centro periferico. Il nucleo della città in formazione si trovava più in alto, nella zona di Castelvecchio, e il futuro ''Campo'' era uno spazio per i mercati, appena laterale rispetto alle principali strade di comunicazione che passavano per la città.
Il primo documento che parla di sistemazione dello spazio del Campo è del 1169 e si riferisce a tutta la vallata comprendente sia l'attuale piazza che la Piazza del Mercato, al giorno d'oggi retrostante al Palazzo Comunale. In questa data, la comunità senese acquista il terreno che andava dalle attuali Logge della Mercanzia all'attuale Piazza del Mercato.
La prima notizia di una suddivisione delle due piazze si ha nel 1193 e fa dedurre che nel frattempo fosse stato costruito almeno un muro divisorio: da una parte, quindi, il Campo che assume una particolare forma 'a conchiglia', dall'altra il Mercato. Intorno al muro, inizia la costruzione di fabbriche e botteghe.
Fino al 1270, lo spazio della futura piazza viene usato per fiere e mercati. Caduto il governo dei Ventiquattro, esempio di dispotismo aristocratico, nasce l'idea di uno spazio indipendente sia dal potere ecclesiastico che da quello nobiliare. È questo il grande progetto civico che porta alla costruzione del Palazzo Pubblico e, conseguentemente, alla centralità urbana del Campo.
Sarà il governo dei Nove a cominciare lentamente l'attuazione del progetto. All'inizio del Trecento il Palazzo è compiuto e i Nove vi prendono alloggio nel 1310. Da quel momento, inizia la progressiva decorazione e miglioria della piazza.
La pavimentazione della piazza inizia nel 1327 e termina nel 1349. Ancora oggi, la parte centrale è pavimentata in modo analogo, con la suddivisione in nove spicchi a memoria del Governo dei Nove. Il Campo con la sua splendida forma 'a conchiglia' era cinto da ricchi palazzi medievali che i secoli, però, hanno fortemente trasformato, privandoli di alcune loro caratteristiche senza alterare per altro il colpo d'occhio complessivo. Di fatto, al di là dei singoli interventi sui fabbricati, il filo e l'insieme della piazza si mantengono inalterati da quasi sette secoli (un progetto per coronare la piazza di logge, firmato da Baldassare Peruzzi, fu accantonato nel Cinquecento).
Oltre la splendida fonte Gaia, che campeggia nella piazza, spostandosi lungo il Campo è possibile ammirare il bel Palazzo Petroni e quello Piccolomini Salamoneschi, in laterizio, il primo con belle trifore murate. Sull'Angolo detto Curva San Martino, fra via del Porrione e via Rinaldini, si vedono il Palazzo Ragnoni e, dietro esso, le rimanenze degli edifici poi inglobati nel bel Palazzo Piccolomini. Oltre troviamo il palazzo Mezolombardi-Rinaldini, oggi conosciuto come Palazzo Chigi-Zondadari. Superato il vicolo dei Pollaioli, troviamo i bei palazzi Tornainpuglia-Sansedoni, Vincenti e Piccolomini.
Questi palazzi, di fondazione trecentesca, furono fortemente modificati fra il 1760 e il 1767 e unificati da un'unica facciata con riprese neogotiche. Tutto l'insieme, però, con il suo compatto laterizio e con i suoi toni fra il rosa e il rosso, dona al Campo una delle più belle decorazioni architettoniche e fa da bel contraltare al Palazzo Pubblico e alla Torre. Il Palazzo della Mercanzia si trova fra i vicoli di San Pietro e San Paolo, anch'esso rimaneggiato nel Settecento. I palazzi Saracini e Scotti, fra San Paolo e la Costarella dei Barbieri, lasciano intravedere, al di là delle modifiche più tarde, l'impianto medievale, così come, subito dopo, il Palazzo Accarigi e, particolarmente, il Palazzo Alessi.
Questi ultimi conservano la bella merlatura guelfa e resti di bifore e trifore. Infine, troviamo il palazzo Mattasala-Lambertini, con base in pietra, subito dopo il Chiasso del Bargello e via del Casato di Sotto.
Non è forse necessario ricordare che Piazza del Campo è anche il teatro di uno degli eventi folklorici e tradizionali, più importanti d'Italia e del Mondo: Il Palio. Come forse non è necessario ricordare che il Palio è una competizione fra le contrade di Siena nella forma di una giostra equestre di origine medievale. La corsa (tradizionalmente chiamata 'carriera') si svolge normalmente due volte l'anno: il 2 luglio si corre il Palio di Provenzano (in onore della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto il Palio dell'Assunta (in onore della Madonna Assunta).
In occasione di avvenimenti eccezionali (come ad esempio nel 1969 la conquista della Luna da parte della missione Apollo 11) o di ricorrenze cittadine o nazionali ritenute rilevanti e pertinenti (ad es. il centenario dell'Unità d'Italia), la comunità senese può decidere di effettuare un Palio straordinario, tra maggio e settembre (l'ultimo si è tenuto nel 2000, per celebrare l'ingresso nel nuovo millennio).
Secondo alcune fonti, fu in ricordo della memorabile battaglia di Montaperti (1260) e dello scampato pericolo che i senesi decisero di indire il famoso Palio, anche se, è bene ricordarlo, le prime attestazioni sicure sullo svolgimento della corsa risalgono al 1333 e, d'altronde, visto ciò che abbiamo detto sulla organizzazione della Piazza del Campo, non pare un caso che la corsa abbia avuto inizio solo quando il luogo che l'ha ospitata e la ospita aveva preso una forma definitiva. Va detto, però, che per secoli i palii e le corse dei cavalli si succedettero in modo disordinato e molte sono le manifestazioni, oggi scomparse, di cui c'è traccia nei documenti.
Le due date quella del 2 Luglio, precedentemente legata alla visitazione di Maria e poi alla venerata immagine della Madonna di Provenzano, e quella del 16 Agosto, vennero a fissarsi definitivamente in epoche relativamente recenti: la prima data, basata su una vecchia 'carriera' della bufale, organizzata dall'Istrice, diventò data del Palio nel 1656, quando alla piazza, per motivi d'incolumità pubblica, vennero negati i giochi pirotecnici per i festeggiamenti dalla Visitazione; la seconda, lo diventò nel 1774, anche se da anni si svolgeva, saltuariamente, una gara fra contrade in quella data (la prima era stata organizzata ancora dall'Istrice nel 1689). Entrambi i Palii sono, oggi, organizzati e gestiti dal Comune di Siena.
Palio prende il nome, e non solo a Siena, dal premio: il Palio, dal latino pallium (mantello), era in genere un drappo di stoffa molto pregiata che veniva utilizzato per gli scopi più svariati. A Siena, in genere, era destinato alla chiesa del rione vincitore. Poteva essere utilizzato sia come arredo per la chiesa stessa, o per altri scopi analoghi. Un pallium cinquecentesco sembra abbia decorato fino a non moltissimi anni fa l'altare della Chiesa di San Giuseppe, della Contrada Capitana dell'Onda. È importante sottolineare che il Palio è una gara fra contrade, cioè a forte connotazione popolare ed è questa particolarità agonistica che ne ha determinato la fortuna, rispetto ai tornei dei nobili.
Ricordiamo, quindi, le contrade che sono, oltre le già citate Istrice e Onda: Bruco, Nicchio, Leocorno, Lupa, Pantera, Selva, Tartuca, Torre, Valdimontone, Aquila, Oca, Chiocciola, Giraffa, Civetta e Drago. Un totale quindi di diciassette contrade che rappresentano, ovviamente, altrettanti quartieri della città e, di conseguenza, altrettanti gruppi di sostenitori (i contradaioli).
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