Eretto nel XI secolo e trasformato nel 1260 con l'aggiunta dell'absidiola, il Battistero del Duomo fu scelto nel 1376 da Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco il Vecchio, per la sistemazione delle tombe di famiglia. A realizzare la decorazione fu chiamato Giusto de' Menabuoi, che nel battistero padovano diede forma al proprio capolavoro. Celebre pittore fiorentino, formatosi nella Milano viscontea, Giusto - attivo a Padova già nel 1370, nella chiesa degli Eremitani - fece innalzare il tamburo della cupola per dipingervi le Scene della Genesi e la Creazione del mondo. Qui il Paradiso ospita al centro il Creatore, circondato da tre cerchie di angeli e da tre di santi, che si chiudono ai lati della Madonna, splendente nel suo mantello dipinto in blu oltremare e bianco di San Giovanni. Sulle pareti sono narrate le Storie della vita di Giovanni Battista, di Cristo e della Madonna; sull'altare dell'absidiola campeggia il Polittico con la raffigurazione centrale della Madonna con il Banbino, opera dello stesso Giusto, dove l'artista ripropone su tavola le scene con gli episodi principali dell'Apocalisse di San Giovanni. La celebrazione della famiglia carrarese è affidata ai cimieri di Francesco il Vecchio, affrescati nei pennacchi, ma anche ai numerosi ritratti e alle immagini della contrada del Duomo, inserite negli affreschi; fra questi si possono ricordare quello di Fina presentata alla Madonna, nella lunetta, e quello della stessa raffigurata mentre assiste, insieme alle figlie, alla nascita del Battista. Francesco il Vecchio veste la tunica del centurione nella Crocefissione, mentre Francesco Petrarca e Lombardo della Seta assistono con Anna, sorella di Fina e badessa di San Benedetto, ai Miracoli di Cristo. Nella Vocazione di San Matteo si staglia solenne il Duomo nell'astetto trecentesco. Il sepolcro di Francesco il Vecchio, al centro dell'aula e quello di Fina sopra la porta che conduce all'ex area cimiteriale, così come quello di Giusto e della moglie, furono smenbrati dai veneziani nel 1405.