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Val d'Orcia
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Val d'Orcia: cosa vedere

Montepulciano

A circa 50 km da Siena, Montepulciano è un borgo medioevale arroccato sulla cima di un colle. Offre un panorama unico sulla Val D'Orcia, sulle sue campagne e le sue distese boschive. Suolo di storia e di tradizione antiche, Montepulciano è adornata da splendidi palazzi e residenze sfarzose: tra il XIV e il XVI secolo, la cittadina visse un'evoluzione architettonica sorprendente, grazie al dominio della famiglia dei Medici. Le porte principali d'accesso, Porta al Prato e Porta delle Farine, alle quali un tempo giungevano nobili, commercianti  e saltimbanchi, rappresentano un luogo ideale per iniziare la propria avventura, alla scoperta di Montepulciano. Il borgo è abbracciato dalle imponenti mura storiche e attraversato dalla strada principale, il Corso, dal quale si dipartono numerosi vicoli. In piazza Savonarola, si trova la Colonna del Marzocco. Fino al 1511 era sormontata dalla lupa, simbolo di Siena, ma dopo quella data fu sostituita dal leone, emblema dei Medici, a ribadire la loro supremazia. Tappa obbligatoria è Piazza Grande, nel punto più alto del paese: è incorniciata dal Duomo, dal Palazzo Comunale, da Palazzo del Tarugi e Palazzo del Contucci. Un caratteristico arredo urbano è il pozzo rinascimentale dei Grifi e dei Leoni, disegnato da Antonio di Sangallo; anch'esso porta lo stemma araldico dei Medici e il giglio, simboli del dominio fiorentino. 
Dello stesso Antonio di Sangallo, è il Santuario di San Biagio, situato a pochi minuti di cammino dal centro del paese. Si tratta di una chiesa rinascimentale a croce greca; da notare il dossale marmoreo posto dietro l'altare centrale. La chiesa dona anche un bella veduta sulla campagna circostante. 

Montepulciano è storia e tradizione, ma è anche natura, grazie alla presenza delle sorgenti termali, note già agli antichi Romani. Ancora oggi il complesso termale risulta una delle mete più apprezzate di questa deliziosa cittadina.
Montepulciano è animata da eventi folkloristici, in particolar modo nel periodo estivo. Tra questi, molto particolare è la rappresentazione teatrale in vernacolo popolare, il Bruscello: trattasi di uno stile teatrale antico, che affonda le origini nel XIII secolo, nato da una rielaborazione di stampo rurale della poesia sacra di Iacopone da Todi da un lato, e i Madrigali delle Corti dall'altro, calati in scenari di vita contadina. Il Bruscello è stato ripreso all'inizio del XX secolo: nel 1939 è stata fondata la Compagnia Popolare del Bruscello, con lo scopo di rivalorizzarlo e diffonderlo. Da allora, ogni anno, ad agosto vengono proposti degli spettacoli: a titolo di esempio, nel 2014 è stato presentato Romeo e Giulietta, sotto forma di dramma popolare, con musiche e canti in perfetto stile bruscelliano.
Un'altra manifestazione tradizionale dal sapore rurale è il Bravio delle Botti, che si svolge l'ultima domenica di agosto: le otto contrade di Montepulciano si sfidano in una gara che consiste nel far rotolare delle botti in legno di 80 kg, lungo un percorso in salita. E' un torneo che risale al XIV secolo; prima veniva svolto a cavallo, oggi invece le botti sono portate avanti direttamente dagli atletici “spingitori”.
  • Indirizzo: Montepulciano (SI)

San Quirico d'Orcia

Nel cuore della Val d'Orcia pulsa la vivacità di un borgo di origini etrusche, San Quirico d'Orcia. Incorniciato tra le verdi colline, gli oliveti argentati, i vigneti e le querce, il borgo è un connubio delicato tra l'opera della natura e le opere dell'uomo: le rocche imponenti porgono la mano alle pievi medievali e al borgo antico. La Pieve di San Quirico e Santa Giulietta, conosciuta anche come Collegiata o Pieve di Osenna, è un magnifico esempio di architettura romanica. Notare il portale principale, sormontato da un protiro con archi a tutto sesto, sorretto da colonne, letteralmente annodate, poggianti su due leonesse stilofore. Il transetto e i due portali laterali sono stati aggiunti successivamente, nel XIII secolo (il portale con protiro cuspidato, sorretto da cariatidi, è attribuito a Giovanni Pisano). 
La Chiesa di San Francesco, nella piazza principale, ha subito numerosi rimaneggiamenti e attualmente all'esterno presenta una connotazione gotica.
Posizionato strategicamente sulla Via Francigena, San Quirico d'Orcia rimanda a un passato costellato di uomini a cavallo, condottieri e mendicanti in cammino, come testimoniato dalla presenza dell'Ospedale della Scala, dove approdavano i passeggeri in cerca di un po' di ospitalità. 

A San Quirico d'Orcia si ritrova anche un suggestivo esempio di giardino all'italiana rinascimentale, gli Horti Leonini. Furono realizzati nel 1580 grazie a Diomede Leoni. L'ingresso è situato tra le mura cittadine e la piazza principale. Si compongono di siepi  dalla forma geometrica, il cui disegno crea un sapiente gioco prospettico verso il bosco di lecci che fa da sfondo.
  • Indirizzo: San Quirico d'Orcia (SI)
  • Orari di apertura: HORTI LEONINI: dalle 8:00 alle 20:00.

Montalcino

Montalcino è un piccolo borgo la cui essenza medioevale è rimasta intatta nel corso dei secoli. Già abitato in epoca etrusca, il paese deve il suo attuale nome alla presenza nella zona di boschi di lecci: deriva da Mons Ilcinus, ovvero monte dei lecci. Come altre località della Val d’Orcia, anche Montalcino si trova sull’antico tracciato della Via Francigena.
Questo paese di circa 5000 abitanti è famoso in tutto il mondo per il vino Brunello, che deriva dalla lavorazione di uva Sangiovese. Questa formula è stata proposta per la prima volta nel 1888 da Ferruccio Biondi Santi, in contrapposizione alla ricetta chiantigiana, basata su uva Canaiolo e Colorino.
Il centro storico di Montalcino è dominato dall'antica Fortezza, edificio militare a pianta pentagonale risalente al 1361, che ricorda il passaggio del borgo sotto il dominio senese. E’ adesso teatro del Jazz & Wine Festival, nel mese di luglio. 
Nei pressi della Fortezza, c’è la chiesa romanica di Sant’Agostino. Accanto, si trova il palazzo dei Musei Riuniti, che comprende il museo diocesano e il museo civico; al suo interno, San Pietro e San Paolo di Ambrogio Lorenzetti, una Madonna col Bambino di Simone Martini e delle sculture in terracotta della scuola di Andrea della Robbia. La piazza principale è Piazza Grande, sulla quale domina il Palazzo dei Priori (o Palazzo del Comune). L’edificio, risalente ai secoli XIII-XIV, presenta sulla facciata gli stemmi araldici dei priori che si sono succeduti al governo di Montalcino. Nella stessa piazza, si può ammirare la Loggia a sei archi, struttura rinascimentale del XV secolo.
Il Duomo di Montalcino, la Concattedrale del Santissimo Salvatore, è un imponente edificio risalente all’XI secolo; la sua facciata, tuttavia, è stata ristrutturata in stile neoclassico nel XIX secolo, dall’architetto senese Agostino Fantastici. L’arcidiocesi di cui fa parte Montalcino comprende anche Siena e Colle Val d’Elsa.
Nei dintorni di Montalcino, occhieggiano, tra vigneti, uliveti e file di cipressi, diversi casolari, castelli e pievi.
Tra questi, non bisogna dimenticare l’Abbazia di Sant’Antimo, uno dei massimi esempio di architettura romanica toscana. Si tratta di un vasto complesso monastico di origini antichissime. Il nucleo primitivo del complesso risale al IV secolo, eretto per il culto delle reliquie di Sant’Antimo di Arezzo. Il monastero fu invece eretto a partire dall’VIII secolo, per volere dei Longobardi. La costruzione fu ampliata e arricchita sotto la dominazione dell’Impero Carolingio e la leggenda vuole che Carlo Magno in persona, di ritorno da Roma lungo la Via Francigena, avesse apposto il suo sigillo per la fondazione del monastero.
Le parti più antiche, ancora oggi apprezzabili, sono la cappella Carolingia, il chiostro e i resti della Sala Capitolare. Questi si trovano addossati al lato Sud della Chiesa Abbaziale.
La Chiesa Abbaziale risale all’XI secolo. E’ un esempio magistrale di architettura romanica, dalle linee semplici e dai volumi imponenti. Si può ammirare la facciata, priva di rosone ma con una bifora e una monofora allineate, con archi a tutto sesto. Il portale principale presenta, sull’architrave, un bassorilievo rappresentante tralci di vite. 
A est sono rivolti l’abside e il campanile della chiesa, che dominano la vallata dall’alto della collina. L’abside ha pianta semicircolare, a cui si giustappongono tre cappelle radiali. Da notare, le mensole in pietra che sostengono i tetti delle cappelle, con varie forme, dall’aquila alla testa di un monaco.

L’interno della Chiesa è a tre navate. Le navate laterali sono chiuse da volte a crociera e sormontate dai matronei, che si affacciano sulla navata principale attraverso una serie di bifore. La navata centrale presenta un soffitto a capriate lignee. Da notare, i capitelli in pietra scolpita, raffiguranti scene allegoriche.
  • Indirizzo: Montalcino (SI)
  • Sito web: http://www.antimo.it/benvenuto/visite/
  • Orari di apertura: ABBAZIA DI SANT'ANTIMO: la visita non è consentita durante le funzioni religiose, che si celebrano sette volte al giorno; tuttavia, per la preghiera le chiesa è sempre aperta, dalle 5:45 alle 21:00. Orari di visita: giorni feriali: dalle 10:15 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 18:30. Giorni festivi: dalle 9:15 alle 10:45 e dalle 15:00 alle 18:00. Per la visita guidata, rivolgersi al custode Guido Burlando. – MUSEO CIVICO E DIOCESANO DI ARTE SACRA: venerdì, sabato, domenica e festivi: ore 11:30 – 17:00.

Pienza

Situata tra Montalcino e Montepulciano, Pienza è una realtà idilliaca immersa nello splendore della Val D'Orcia. E’ stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1996. Fino al 1462, il borgo, allora medioevale, aveva il nome di Corsignano. Ma il grande umanista Enea Silvio Piccolomini, divenuto Papa Pio II, decise di modificarlo e di realizzare una città ideale, che rispettasse tutti i canoni di bellezza dell’età classica e del Rinascimento italiano. Il progetto è stato messo a punto da Bernardo Rossellino, guidato dal maestro Leon Battista Alberti. Il nome della città fu mutato in Pienza, in onore del Papa. 
La piazza principale, Piazza Pio II, è di forma trapezoidale: sul lato maggiore c’è il Duomo, a destra il Palazzo Piccolomini, a sinistra il Palazzo Vescovile e sul lato minore il Palazzo del Pretorio. La pavimentazione è in cotto, suddivisa in riquadri da listoni di travertino: viene a crearsi una griglia prospettica mette in risalto i palazzi circostanti.
La facciata del Duomo è tripartita da lesene in travertino, che anticipano le tre navate interne. Da notare la cornice marcapiano e l’oculo del timpano. Il campanile, a pianta ottagonale, fu danneggiato da un terremoto nel 1545 e poi ripristinato nel 1570. Molto curiose sono le problematiche di statica di questa chiesa: è collocata sull’orlo di un crinale scosceso e, fin dall’epoca della sua costruzione, l’abside ha dato segni di cedimento. Lo stesso Rossellino dovette dunque provvedere a rinforzarne le fondamenta adeguatamente. Ancora oggi, l’edificio è attentamente monitorato.
Il Palazzo Piccolomini ricorda, per il rivestimento in bugnato, Palazzo Ruccellai a Firenze. Sul lato sud del palazzo si apre un giardino rinascimentale. Il lato del palazzo che si affaccia sul giardino è caratterizzato da un loggiato a tre ordini di arcate.
Passeggiando lungo la collina, è possibile raggiungere la Pieve di Corsignano, chiesa romanica a tre navate, risalente al VII secolo; sul capitello dell'ultima colonna a sinistra è presente una scultura del serpente regolo (piccolo re), sopravvissuta e rimasta intatta nella propria forma originaria. Il serpente regolo è un animale mitologico da ricondurre al basilisco, le cui raffigurazioni si ritrovano in particolar modo in Umbria, Toscana e Marche.
Pienza è ricca di cultura storica e artistica, ma anche gastronomica: il pecorino di Pienza è uno dei formaggi più prelibati e conosciuti del suolo toscano, caratterizzato dal sapore forte, a diverse stagionature. Non bisogna lasciarsi scappare, inoltre, la minestra della sciorna (con fagioli e lardo), la fonduta di pecorino e i pici cacio e pepe.

Radicofani

La cittadina fortificata dai Radicofani occupava una posizione strategica sulla Via Francigena: dall’alto della rupe, le sue imponenti mura medioevali di castello feudale carolingio dominano la vallata. L’originale struttura medioevale è stata mutata in Fortezza su incarico di Cosimo I dei Medici, ad opera dell’architetto Baldassarre Lanci. 
Dal 1297 al 1300, fu rifugio inaccessibile del grande condottiero ghibellino, Ghino di Tacco, celebrato, con le sue imprese, nel VI canto del Purgatorio di Dante e nel Decameron di Boccaccio. La sua statua è visibile nel giardino pubblico del Maccione, scolpita dall'artista locale Aldo Fatini. 

In alto, nel paese, sorge il solenne Palazzo Pretorio, costruito nel 1255, che riporta, sulla propria facciata, gli stemmi dei Podestà del periodo di dominio senese. 
Di fronte al Palazzo si erge l'Ospizio, che per secoli offrì alloggio ai pellegrini della Via Francigena. La chiesa di Sant'Agata custodisce un capolavoro di Andrea della Robbia, presso l’altare maggiore: Madonna col Bambino e i Santi Francesco, Elisabetta d'Ungheria, Cristina di Bolsena (o Orsola). Anche nella chiesa romanica di San Pietro si trovano terracotte invetriate della scuola dello stesso artista.
Durante la prima settimana di luglio, Radicofani ospita “Piaceri d’estate”, manifestazione di valorizzazione del territorio che prevede un mercato di prodotti enogastronomici locali, un convegno su tematiche agricole e ambientali e l’osservazione delle stelle dalla Torre della Rocca. 
  • Indirizzo: Radicofani (SI)

Castiglione d'Orcia

Castiglione d'Orcia è uno dei centri più caratteristici della Val d’Orcia. L’attuale comune si sviluppa tra due colline, dominate da altrettante torri, la Rocca Aldobrandesca e la Torre di Tentennano. In origine, però, si trattava di due centri separati. La Rocca Aldobrandesca è alla sommità di un paese che rappresenta il nucleo originale di Castiglione d’Orcia, mentre la Torre di Tentennano sovrasta un altro borgo, chiamato Rocca d’Orcia. I due comuni si sono fusi nel 1777.
L’area fu contesa tra fiorentini e senesi nel corso del XVI secolo. La vicinanza della Via Francigena ne faceva tappa obbligata per numerosissimi pellegrini. Uno degli Ospizi più famosi è quello di Le Briccole, un vero e proprio piccolo borgo a servizio dei viandanti; ne parla Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, fermatosi qui nel 990.  Questa oasi per i pellegrini lega la sua storia anche a un altro personaggio dell’epoca, San Francesco: le autorevoli “Fonti Francescane” affermano che proprio a le Briccole avvennero “le mistiche nozze tra San Francesco e Madonna Povertà”.
Da non perdere, la Piazza “Il Vecchietta”: dedicata al pittore, scultore ed architetto Lorenzo di Pietro, detto “Il Vecchietta”, presenta al proprio centro una splendida fontana in travertino, datata 1618. Nella stessa piazza, si trova il Palazzo Comunale; all’interno si può ammirare un affresco di scuola senese, Madonna con Bambino e due Santi. Tra le numerose chiese del borgo, si ricorda la Chiesa dei Santi Stefano e Degna, che presenta una bellissima facciata cinquecentesca. Accoglieva, nella cappella dedicata alla Madonna, importanti opere ora conservate nei Musei Riuniti di Montalcino: la Madonna in trono Incoronata con Bambino e Angeli del Vecchietta, la Madonna con bambino attribuita a Pietro Lorenzetti e una Madonna con bambino attribuita a Simone Martini. 
Nel paese vengono organizzate manifestazioni e sagre che celebrano la tradizione enogastronomica: dalla Sagra del Fungo e della Castagna (Palio del Boscaiolo), alla sagra del Marrone, entrambe in ottobre, fino alla spettacolare festa detta “Il Maggio”, che si tiene tra la notte del 30 aprile e il 1 maggio, dove cantori e suonatori percorrono la campagna, intonando quartine di ottonari che danno il benvenuto alla nuova stagione.
  • Indirizzo: Castiglione d'Orcia (SI)
  • Note: Rocca di Tentennano e Sala d'Arte San Giovanni visitabili su prenotazione telefonando al (+39) 393 9459614).