×
LA TUA GUIDA

Esplora
Biglietti e tour
Compara hotel
Montalbano Elicona
Montalbano Elicona
Gita da 1 giornata da Catania
Aggiungi alla mia guida

Montalbano Elicona: cosa vedere

Caratteristico borgo medioevale, sembra di ritrovarsi in un labirinto pittoresco, un tessuto urbano irregolare e tortuoso formato da piccole casette costruite in pietra arenaria. Ogni angolo del centro antico merita di essere visitato, fotografato, vissuto. Seguendo le stradine e le scalinate, possiamo ammirare gli isolati medievali e numerosi vicoli che ci conducono attorno all’imponente castello svevo-aragonese, alle chiese e ai palazzi nobiliari. Tra gli angoli più noti e ritratti di Montalbano Elicona vi è il “Vicolo Placido Fiore”: una piccola stradina intitolata a Placido Fiore, morto nel 1684 che fondò l’opera di beneficenza nota come Peculio. Infatti egli era solito “sovvenire le famiglie bisognose con rilasci di crediti suoi”, specie in periodi di difficoltà per il paese, quando la popolazione subiva vessazioni e saccheggi. L’opera di beneficenza da lui istituita continuerà nei secoli successivi ad assolvere la sua funzione, fino alla fondazione, nel 1887, della Cassa Agraria. Un’altra via caratteristica del centro storico montalbanese è la via Giovan Guerino, che la tradizione locale ricorda come difensore del popolo in epoca medievale. Si racconta infatti che questi cadde in battaglia proprio sotto la porta a lui intitolata, a pochi metri dalla chiesa dello Spirito Santo. E ancora, oltre alle variegate sculture in pietra, a Montalbano spiccano sulla via Mastropaolo il suggestivo portale di epoca barocca di Casa Messina-Ballarino, scolpito nel ’600 da Irardi da Napoli, e quello di Casa Mastropaolo, opera settecentesca di un mastro scalpellino locale. Opere dichiarate monumenti nazionali dalla Soprintendenza nel 1912.  Su via Mastropaolo, tra i palazzi Faranda e Bisagna, permane una delle antiche porte di Montalbano Elicona: Porta di Terra. Da essa entravano e uscivano i contadini che portavano al castello i loro prodotti e che dal castello si allontanavano per tornare, appunto, alle terre da coltivare. Se si vogliono ripercorrere i momenti più significativi del popolo di Montalbano, basta fare un salto al Museo Storico-fotografico Eugenio Belfiore: rivivere gli usi, i costumi, la vita quotidiana locale, arti ed antichi mestieri, giornate di festa, fiere ed eventi di massa durante il passare del tempo. Un altro luogo di storia vive nel Palazzo Aloisio, divenuto oggi Casa-Museo in quanto è uno dei rarissimi esempi di abitazione signorile rimasta intatta dai primi del novecento. all’interno si conservano gelosamente ancora oggi i singoli pezzi di arredo, ogni arnese di cucina, ogni elemento di corredo. Alle pareti sorgono i ritratti degli antichi proprietari, tra pavimenti d’epoca e ricchi affreschi.

Castello di Montalbano

Il castello di Montalbano sovrasta e domina tutto l’abitato. La struttura, risalente al XII secolo, è stata modificata e ampliata tra il  XIII e il  XIV secolo per volontà di Federico II d'Aragona. Alla fortificazione si poteva accedere tramite quattro porte: Porta Reale a Sud, Gian Guarino a ovest, Porta di terra a est, Portella a nord. Ogni porta aveva una sua funzione: dalla prima entrava solo il re Federico; la seconda prendeva il nome da un guerriero che morì difendendone l’ingresso; la terza era una porta segreta; dalla quarta vi entravano i popolani. Possiamo osservare due corpi di fabbrica: il più antico, forse di origine normanna, si compone di un rettangolo (il “mastio”), protetto al centro dei lati corti da due imponenti torri merlate (una rettangolare, l’altra pentagonale). L'altro nucleo, di epoca aragonese, posto più in basso rispetto al primo, è rappresentato da un recinto dalla  forma geometrica di un quadrangolo, lungo lo spazio offerto dalla rupe. Elevato su due livelli, presenta diciotto grandi ed eleganti finestre sui muri perimetrali al di sopra delle feritoie sveve e un numero non indifferente di portali e porte.  Tutte le mura delle facciate del maniero aragonese sono sormontate da merli guelfi, introdotti dai lavori di restauro degli anni '80 dello scorso secolo. All'interno i vasti ambienti permettono di tuffarsi nell’atmosfera delle antiche corti; è possibile ammirare la Cappella Reale, privilegio esclusivo dei sovrani: ovvero una “cuba” risalente all’ epoca bizantina e dedicata alla Santissima Trinità, in cui è presente la lapide commemorativa in onore di Arnaldo da Villanova, medico-alchimista e consigliere della Corona d'Aragona. Il castello, nato come presidio difensivo, divenne per volere di Federico II d’Aragona un vero e proprio palazzo reale, residenza di svago estiva della corte. Esso servì a Federico II per rendere più comodi  e agevoli i suoi soggiorni a Montalbano, spesso frequenti per curare una malattia di cui era affetto (la podagra), grazie alle sostanze oleaginose presenti nell’acqua che sgorgava dalla fonte Tirone. Il castello passò per le mani di diversi feudatari - tra cui quelle della nota famiglia Lanza (1396) – per essere poi ceduto all'Ordine dei Gesuiti che ne fece un monastero. Dal 1921 al 1967, il castello è stato sede del Comune di Montalbano. Edificio che è ancor oggi di proprietà comunale, dopo due campagne di restauri, è diventato sede del Museo delle Armi, tornando agli antichi splendori. Se giungi alla torre quadrata, ti aspetta un panorama mozzafiato sul maniero aragonese, sul borgo di Montalbano e sui monti che proteggono l'intera parte meridionale (Argimusco, Polverello, ecc.).
  • Indirizzo: Via Don Ottavio Bolgeni - Montalbano Elicona (ME)

Megaliti dell'Argimusco

Distese amene di pascoli e boschi millenari, esoterismo e misticismo, scenari mozzafiato: tutto questo è l’Argimusco, area che si estende su un vasto altipiano compreso tra i 1165 e i 1230 metri s.l.m, unico esempio di sito megalitico in Sicilia. In questo territorio nasce il fiume Elicona che sbocca nel Mar Tirreno tra Falcone e Tindari. Nel corso dei secoli ha assistito alla costruzione, lungo il suo percorso, di mulini ad acqua dove un tempo gli abitanti si recavano a piedi o a dorso di muli, trasportando grano da macinare. Ancora oggi è possibile ammirare, tra la vegetazione, i resti degli antichi mulini (ruote e mura). Fascino irresistibile è esercitato dagli stupendi Megaliti, noti per la loro affinità con i menhir attorno ai quali i popoli celtici erano soliti celebrare i propri riti religiosi: rocce calcaree giganti dalle forme strane nei cui profili scopriremo volti, animali, simboli magici e antichi. Si afferma che esse siano state modellate  dal vento e dalla pioggia, ma è possibile che sia stata solo l’erosione naturale a creare gli straordinari effetti di questi enormi blocchi di pietra? Oppure veramente sono stati realizzati da una misteriosa popolazione preistorica? Alcune hanno forme caratteristiche ed estremamente suggestive; tra i megaliti più notevoli, nei pressi della Portella Cerasa si ergono maestosi, solenni e vagamente minacciosi, due grandi massi di forma allungata (uno più slanciato e snello, l’altro più basso e massiccio) che richiamerebbero i simboli sessuali della virilità e della femminilità, mentre poco distante troviamo l’Aquila, con le ali semi-spiegate e il capo rivolto verso sud. Poco più a nord dell’Aquila si entra nell’ area sacra, una delle zone più affascinanti: di fronte si erge la Grande Rupe, la pietra più grande e maestosa. Sul lato orientale si può intravedere il profilo di un uomo, denominato il Teschio o il Siculo. Ma, tra gli ipotetici volti che si possono scorgere, uno cattura maggiormente l’immaginario del visitatore: quello detto dell’Orante o anche della Dea Neolitica. L’effetto visivo crea una sagoma di un’alta figura a mani giunte, probabilmente un profilo di donna raccolta in preghiera, alto circa 25 metri. Ad oggi nessuno studio archeologico è stato eseguito sul sito, pertanto qualsiasi datazione sugli usi dell'area o su eventuali popolazioni risulta incompleto.
  • Indirizzo: Strada Provinciale 115 - Montalbano Elicona (ME)

Chiesa di Santa Caterina

Si trova nei pressi del maestoso Castello, orientata verso l’Argimusco. Lo stesso Arnaldo da Villanova, alchimista e medico personale del re Federico III d’Aragona, documenta la sua costruzione nel 1310. All’interno dell’antica chiesetta, dedicata alla santa protettrice degli studiosi, si trova una statua di marmo di Santa Caterina poggiata su un prezioso basamento a bassorilievo, con gli occhi rivolti al cielo prima di affrontare il crudele martirio, attribuita alla scuola gaginiana cinquecentesca. Il parapetto dell’altare reca una “Cena Domini” della scuola di Guido Reni. I suoi sette gradini, ormai consumati dal tempo passato, si aprono su una facciata che mostra un bellissimo portale dallo stile romanico come ornamento in pietra nuda. Interessanti anche il merlo ghibellino e le due velette per le campane ai terminali del tetto.
  • Indirizzo: Via Mastropaolo 13 - Montalbano Elicona (ME)

Chiesa Madre

La chiesa principale, che troviamo percorrendo diverse viuzze che separano il Castello da Piazza Duomo e che attraversano il quartiere Matrice. È la più grande delle chiese di Montalbano Elicona ed è conosciuta come Basilica minore di Santa Maria Assunta e San Nicolò Vescovo, patrono del villaggio. Si documenta la sua esistenza fin dal IX-X secolo, ma l’edificio che oggi ammiriamo non è l’originale in quanto nel tempo è stata oggetto di modifiche che ne hanno cambiato la struttura e lo stile. L’impianto basilicale nasce a croce latina a unica e ampia navata centrale per poi essere, nel 1654, affiancata da due navate laterali che hanno modificato l’orientamento della basilica. Le tre navate, decorate con meravigliosi lampadari, sono divise tra di loro mediante solidi pilastri sui quali si aprono grandi archi a tutto sesto. Lungo la navata laterale sinistra sorgono mense murali in cui predominano pregevoli tele di scuola siciliana raffiguranti la Vergine e i Santi. Voltando lo sguardo in su, ecco il tetto a capriate, realizzato interamente in legno, e poi pareti impreziosite da fregi, rosoni e stucchi. Lungo le navate laterali, sono disposti cinque altari minori a sinistra, quattro altari e un ingresso laterale a destra, mentre nella navata centrale si possono ammirare medaglioni in stucco che designano dei personaggi biblici. La chiesa è ricca di opere pregevoli, tra cui il tabernacolo sull’altare in legno dorato, ornato da meravigliose decorazioni e sculture attribuite alla scuola del Gagini come la scultura di San Nicola in marmo (1587), ammirevole nella cappella posta nell’abside minore di destra. Alle sue spalle, il bassorilievo marmoreo raffigurante putti alati con in mano la mitra vescovile e i quattro bassorilievi posti sul basamento che raffigurano eventi legati alla vita del Santo, completano l’opera. Ed ancora, un crocifisso realizzato in legno risalente al‘400, la fonte battesimale di pietra; un baldacchino barocco del ‘700; un dipinto che racconta l’ultima cena attribuito a Guido Reni; una pregevole tela dell’Assunta e preziosi paramenti sacri in seta ricamata, capolavori raffinati della scuola messinese. All’esterno, un monumentale campanile, realizzato tra il 1665 e il 1673 e sul quale sono collocate campane in bronzo; da annoverare la sua bella scalinata che potenzia la maestosità della chiesa e regala un bel panorama mozzafiato.
  • Indirizzo: Piazza Duomo - Montalbano Elicona (ME)

Chiesa di San Domenico - Santuario della SS. Provvidenza

Domina la piazza che dà il benvenuto nel borgo e affianca il palazzo comunale, un tempo convento affidato ai Padri Domenicani. La chiesa di San Domenico, meglio conosciuta come Santuario di Maria SS.ma della Provvidenza, rappresenta il fulcro della vita religiosa del paese. Il suo interno è caratterizzato da tre navate su due file di colonne che sostengono archi a tutto sesto; sull’altare maggiore si può ammirare la notevole immagine sacra della Madonna della Provvidenza, realizzata nel 1730, dallo scultore Alessandro Pantano. La statua in legno raffigura la Madonna che porta in braccio il Bambino con la mano sinistra, mentre con la destra benedice. Si conserva anche una raccolta di ex voto di oggetti vari di oreficeria.
  • Indirizzo: Via Provinciale 19 - Montalbano Elicona (ME)

Chiesa dello Spirito Santo

Nel quartiere Matrice, lungo il borgo antico, si trova la Chiesa dello Spirito Santo. Eretta nel XIV secolo, questa piccola chiesetta è composta da un’unica navata con tre altari, precisamente tre nicchie di pietra arenaria con capitelli scolpiti. In tempi lontani si potevano apprezzare le tele dedicate allo Spirito Santo, a San Calogero e a San Francesco di Paola. Il tetto è a capriate in legno. L’esterno presenta un amabile prospetto caratterizzato dal portale in stile romanico con un arco che si allarga in un gioco di elementi architettonici.
  • Indirizzo: Via Giovan Guerino - Montalbano Elicona (ME)

Chiesa di San Michele

Purtroppo oggi di questo edificio religioso, che in tempi lontani ha custodito le spoglie dei Mastropaolo, rimangono solo pochi ruderi a causa del terremoto del Golfo di Patti del 1978. Si sa che la sua edificazione risale intorno al 1100-1200. La sua struttura è a pianta rettangolare, ha unica navata e il transetto marcato da una volta in pietra. Sulle pareti sono state ricavate ampie nicchie decorate con affreschi raffiguranti immagini sacre. Davanti alla facciata principale vi erano sedili in pietra.
  • Indirizzo: Traversa I Giardino - Montalbano Elicona (ME)