Giovanni da Nono, descrivendo nel XIV secolo le mura che circondano il nucleo dell'isola fluviale, innalzate tra la fine del XII sec. e gli inizi del XIII, le definisce una "bellissima muraglia" fatta a forma di ferro di cavallo.
La pianta delineata da Vincenzo Dotto (1623) mostra il tracciato trecentesco con le muraglie vecchie, includente i borghi, giunto al massimo sviluppo sotto la signoria dei Carraresi. Angelo Portenari (1623) ne cita la lunghezza, circa tre miglia, l'altezza, tale da non potersi superare con una scala portatile, la larghezza, cosi ampia che ci si poteva comodamente camminare sopra, e lo spessore, che nessun ariete avrebbe potuto infrangere e conclude: "non hanno pari in bellezza, ne in fortezza in tutta Italia, ne forse in Europa". Le parti più antiche sono probabilmente quelle a nord, nell'area di Ponte Molino, e quelle a est del tracciato insulare. Nel 1195, sotto il podestà Pagano della Torre, fu iniziata la costruzione del lato ovest, a partire da San Leonardo, lungo il Tronco Maestro del Bacchiglione. Nel 1210 furono realizzate porta delle Torricelle e le mura a sud fino a San Michele. Tra il 1256 e il 1270 la cerchia fu ampliata verso ovest, con la costruzione del muro da porta Saracinesca a porta Codalunga. Nel 1300 fu costruito il porto di Ognissanti. Jacopo I da Carrara innalzò un tratto di mura da Sant'Antonio a Prato della Valle, mentre Marsilio avviò la costruzione delle mura a est, dalla porta della Trinità a Pontecorvo, e a sud, dal Prato a San Michele. Ubertino, tra il 1338 e il 1345, portò a termine la cinta muraria conferendo il tipico aspetto ad anelli in successione per includere i borghi sviluppatisi successivamente alla cittadella fluviale. Realizzò un secondo giro di mura a corona, ripristinando ponti e torri già esistenti. Francesco il Vecchio, tra il 1373 e il 1374, incalzato dai Veneziani, innalzò le mura tra Porciglia, Ognissanti e il Portello. Seguirono la torre del Bassanello e le mura da Santa Croce alla Saracinesca. Di tali muraglie rimangono solo frammenti. Ben riconoscibili sono quelli più antichi, attorno alla cittadella fluviale: da Ponte Molino a Largo Europa, da via Tolomei a Riviera Albertino Mussato e in riviera Tito Livio. Della Cittadella carrarese, oggi piazzetta Accademia Delia, databile presumibilmente al 1374 in quanto struttura collegata al Castello, rimane la porta di San Michele con la torretta, il muro orientale inglobato negli edifici e un tratto scoperto in via Riello. Un altro tratto è visibile in via Acquette. Più rilevanti sono i resti del Soccorso, un baluardo per le sortite della cavalleria ai piedi della Torre del Soccorso, conservati oggi all'interno di un giardino privato. Dalla parte di Porta Saracinesca restano alcuni tratti del recinto di controllo, in via Ezzelino il Balbo. Come struttura arginale dei canali le mura sono parzialmente visibili nella zona tra l'Orto Botanico, Pontecorvo, l'ospedale e i giardini Treves.
Un lungo tratto di mura carraresi è emerso nel 1994 a Codalunga, e nel 2004 un resto forse di una struttura di pilastri e archi è emersa presso porta Savonarola. Le mura alternano nella struttura blocchi di pietra, soprattutto trachite, a filari di mattoni, e presentano a tratti la tecnica del "sacco" interno. Uniche porte superstiti sono la duecentesca porta di Ponte Molino, Porta Altinate e, inglobata nella Torre trecentesca, la Porta d'acqua del Castello.
Sono ancora visibili la duecentesca porta di Ponte Molino, Porta Altinate e, inglobata nella Torre trecentesca, la Porta d'acqua del Castello. L'angolo più suggestivo è Ponte Molino.
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