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Calci: cosa vedere

Certosa di Calci

La Certosa di Calci, fondata nel 1366, sorge a circa 10 chilometri da Pisa, ed è situata in una valle detta un tempo "Valle Graziosa".Nella Certosa di Calci vita eremitica e cenobitica, ovvero i luoghi della solitudine e quelli della vita collettiva, sono tradotti dai due elementi architettonici fondamentali: la cella e la chiesa. Il suo attuale aspetto fu completamente rinnovato e trasformato durante il periodo barocco ed alla fine del secolo XVIII, periodo durante il quale i più valenti artisti del Settecento arricchirono la Certosa. Maestranze carraresi lavorarono alla facciata e nell’interno, estremamente ricco di affreschi, marmi policromi e lavori lignei.I tre chiostri, quello del priore, quello capitolare e il chiostro grande sono abbelliti dalle arcate erette e dai silenziosi e suggestivi ambulacri. Al centro la fontana divide un giardino rinascimentale che rimanda alle celle dei monaci certosini, famosi per la pazienza e la cura dei lavori da loro prodotti nel settore artistico, scientifico e letterario.Gli ultimi monaci hanno lasciato la Certosa nel 1972 e da allora, grazie a complessi restauri, sono stati resi visitabili le celle (ognuna con piccolo giardino e laboratorio per il lavoro manuale), i chiostri, i loggiati, il refettorio, la chiesa, il Capitolo e la biblioteca che conserva numerosi manoscritti ed antichi testi; e ancora la foresteria, il frantoio, il granaio, la farmacia, l’appartamento del priore e quello del granduca.
  • Indirizzo: Via Roma 79, Calci (PI)
  • Orari di apertura: La Certosa è aperta da martedì a sabato dalle 8,30 alle 18,30, mentre la domenica e festivi dalle 8,30 alle 12,30.
  • Prezzo: 4 euro. 2,00 € ridotto 18-25 anni; gratuito per cittadini U.E. minori di 18 anni e maggiori di 65 anni e per le scolaresche con accompagnatori.

Pieve di Calci

La pieve dei Santi Giovanni Avangelista ed Ermolao, risalente alla fine del secolo XI, fu costruita per volontà dell’arcivescovo Daiberto e portata a termine grazie alla magnificenza della contessa Matilde di Toscana. Presenta la facciata in stile romanico-pisano divisa da due ordini di arcate cieche con motivi geometrici tipici dell’architettura pisana.Sulla sinistra si alza il robusto campanile, incompiuto, in pietra e mattoni. In posizione alta, sul medesimo fianco, è infissa una testa antica, forse di Giove Ammone. L'interno è scandito in tre navate, separate da colonne di granito, culminanti in capitelli ionici e corinzi.Da osservare con interesse l'altare maggiore in marmo di Carrara, la Madonna con il Bambino tra i santi Ermolao e Francesco (pala ad olio del Settecento) e il Fonte battesimale, composto da quattro bacini, scolpito in un blocco monolitico di marmo e ornato di rilievi (opera della scuola di Biduino databile al secolo XII).
  • Indirizzo: Piazza della Propositura 4, Calci (PI)
  • Telefono: (+39) 050 938010

Museo di Storia Naturale e del Territorio

Il Museo ha sede nel prestigioso complesso monumentale della Certosa di Calci, ricco di aspetti storici, artistici, architettonici, visitabili indipendentemente o integrati in settori espositivi naturalistici.I settori espositivi, ospitati nei locali “minori” e di servizio della Certosa, sono comunque di notevole interesse storico – architettonico: si pensi, solo per citare alcuni esempi, al frantoio delle olive, oggi locale di ingresso del Museo ed ai magazzini, oggi Galleria storica. Voluto da Ferdinando I dei Medici sul finire del ‘500, il Museo di Storia Naturale e del Territorio è oggi un Centro di responsabilità dell’Università di Pisa.E’ attiva struttura di ricerca scientifica con particolare riguardo agli aspetti regionali e sistematici delle scienze naturali. L’attività didattica del Museo copre tutti i settori scolastici, l’educazione permanente, l’aggiornamento degli insegnanti e la formazione professionale degli operatori dei Musei.Il Museo offre percorsi di visita diversificati. Centinaia di esemplari zoologici, minerali e fossili sono esposti su circa 4000 metri quadrati di sale e gallerie disposte su tre piani. Il materiale è ordinato secondo un criterio prevalentemente sistematico e filogenetico; alcune sale accolgono esposizioni tematiche ed altre sono dedicate alle mostre temporanee.Attualmente visitabili sono la Galleria storica, la nuova Galleria dei Minerali e le Gallerie dei Rettili, Anfibi, Carnivori, Xenartri, Marsupiali, Monotremi, Chirotteri, Insettivori, Primati e cetacei, la sala “Vertebrati a confronto” e “Evoluzione dei Cetacei”, l’esposizione permanente di “C’era una volta l’uomo”,la Galleria tridimensionale “Ritorno al passato” un viaggio di 500 milioni di anni sui Monti Pisani, le sale degli acquari di recente apertura.Il Museo si è anche arricchito della Collezione paleontologica Regnoli che, precedentemente era esposta nella sede dell'Università di Pisa.
  • Indirizzo: Via Roma 79, Calci (PI)
  • Telefono: (+39) 050 2212970
  • Sito web: http://www.msn.unipi.it/default.aspx
  • Orari di apertura: Invernale (16 settembre-30 giugno): lunedì-sabato ore 9-18; domenica e festivi ore 10-19.Estivo (1 luglio-15 settembre): lunedì-venerdì ore 10-19; sabato domenica e festivi ore 10-20. Chiuso 1 gennaio, 25 dicembre
  • Prezzo: 7 euro. 3,50 € ridotto da 6 a 18 anni e oltre 65 anni; altre riduzioni per famiglia, soci coop, carta giovani, edumusei cardgratuito sotto i 6 anni, studenti e dipendenti Università di Pisa, accompagnatori gruppi studenti.

Rocca della Verruca di Calci

La Fortezza sorge nel comune di Calci, sul monte omonimo, a circa 540 metri di altezza; si raggiunge dalla Superstrada Pisa - Firenze, uscita Navacchio, quindi dirigendosi in direzione Caprona. Qui si deve lasciare l’auto e proseguire a piedi su un sentiero che conduce fin sotto le mura della fortezza. La si può anche raggiungere seguendo la Superstrada Firenze-Pisa, uscita Cascina, quindi proseguendo verso Vicopisano. Da qui si imbocca la strada della Verruca che parte dal cimitero del paese. Anche se in gran parte sterrata è percorribile in auto fino ai piedi del roccione dove sorge la Rocca (circa 20 minuti di cammino).La Rocca è posta sulla cima della Verruca, nella zona est dei Monti Pisani (537 metri s.l.m.) e sovrasta e domina tutta la pianura pisana ed il corso del fiume Arno. La sua posizione strategica ha costituito sempre un valido supporto per l’incolumità di Pisa, impegnata nei secoli in lotte sanguinose contro i fiorentini: la rocca permetteva una triangolazione visiva tra Pisa e il castello di Vicopisano, a sua volta collegato con il castello di Buti e tutto il Lungomonte pisano.La storia documentata degli insediamenti nella zona parte dal 780, quando il territorio era difeso da una roccaforte in posizione ideale per controllare il fiume Arno e la sua pianura (all’epoca ancora paludosa) fino al mare.La fortezza ha sempre costituito un quasi inespugnabile caposaldo per tutti gli eserciti e le potenze interessate alla conquista ed al controllo del territorio circostante: nel 1288 nella guerra tra Guelfi pisani ed esercito lucchese; nel 1328 a seguito dell’invasione tedesca di Ludovico di Baviera; nel 1363 durante l’invasione Fiorentina; nel 1369 a seguito dell’invasione delle truppe di Carlo IV di Boemia e nel 1375 di quelle Inglesi di John Hawkwood (Giovanni Acuto).Nel 1402, dopo la conquista di Pisa da parte dei fiorentini, la rocca fu distrutta per evitare che tornasse ad essere una minaccia. Le truppe fiorentine riconquistarono nuovamente la Verruca dopo lunghi e sanguinosi scontri il 18 giugno dello stesso anno; fu il colpo di grazia per le speranze di indipendenza di Pisa che capitolò definitivamente in mani Fiorentine sei anni dopo.L’aspetto attuale della Fortezza è il risultato dei lavori di rafforzamento eseguiti dopo le molte guerre. La Verruca è considerata una struttura disomogenea a causa delle diverse fasi e dei diversi autori che ne curarono la costruzione.A pianta pentagonale, presenta due torrioni di forma circolare nel lato anteriore, frutto di restauri cinquecenteschi e due bastioni a spigolo, sul lato posteriore. La porta principale, che conserva la struttura trilitica, tracce di cardini e dei dispositivi di chiusura, consente l’ingresso alla fortezza; dall’interno si possono osservare i due livelli di costruzione: quello superiore, che ha subito i maggiori danni e quello inferiore, completamente interrato.Le mura costituiscono uno dei pochi esempi di bastionatura eseguita con pietrame sfuso al posto dei caratteristici mattoni in cotto usati all’epoca per questi interventi; le pietre da taglio sono usate solo per gli angoli e in ridotta quantità. Il nucleo più antico, risalente all’VIII secolo, è costruito in pietra verrucana: la struttura primaria è funzionale, caratterizzato all’interno da caserme e piazze d’armi, magazzini, una cisterna ed una chiesa.La Rocca presenta accessi che conducono ai bastioni laterali nei quali sono state ricavate stanze da cui era possibile sparare o sorvegliare l’esterno; numerose feritoie per bocche da fuoco sono tutt’ora visibili lungo tutto il perimetro. Un importante ritrovamento è stato fatto in questa rocca: una epigrafe, oggi nel Museo Nazionale di San Matteo, che costituisce quasi sicuramente il primo documento in “volgare” italiano sui cui si legge chiaramente a dì dodici di giugno MCIII.