La basilica di San Zeno è senza dubbio una delle più belle chiese romaniche esistenti in Italia. L’intenso cromatismo è dato dall’impiego della pietra di tufo usata sola o alternata a mattoni.
L’origine del primitivo nucleo di San Zeno è da ricondurre alla chiesa e al cenobio eretti nell’area cimiteriale romana e paleocristiana vicina alla Via Gallica, sorti sul luogo di sepoltura del Vescovo Zeno per conservarne la memoria e le reliquie. San Zeno, di origine africana, fu l'ottavo vescovo di Verona (362-380 circa).
Il primitivo nucleo subì nel VI secolo dei rifacimenti. Con l’espandersi del culto del Santo, fra l’805 e l’806, venne realizzata una basilica più vasta con annesso monastero, consacrata nell'806.
Alla fine dell’XI secolo la chiesa fu oggetto di un grande ampliamento e rinnovamento: la quasi totalità della struttura attuale è da riferire a questa fase dei lavori. Il terremoto del 1117 compromise gran parte dell’opera già eseguita. I lavori, ripresi subito dopo il terremoto, si protrassero fino al 1138.
Altri importanti interventi si susseguirono nei secoli XII, XIV e XIX. Il complesso di San Zeno, cessò di esistere come monastero per volere della Repubblica Veneta nel 1770.
All’esterno da vedere: la facciata con il grande rosone detto “Ruota della fortuna”, i bassorilievi marmorei ai lati del protiro, le famose porte bronzee, il campanile e la Torre dell’Abbazia (XII sec.).
All’interno da vedere: affreschi dal XII al XIV sec, il fonte battesimale, il soffitto a carena di nave, la cripta con le spoglie di San Zeno, la statua policroma detta “San Zen che ride” e il celebre trittico di Andrea Mantegna (1457-59).
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