La chiesa di San Marco in San Girolamo (in antico San Girolamo degli Scalzi) è una chiesa parrocchiale di origine carmelitana del XVIII secolo situata a Vicenza. È un edificio barocco che conserva al suo interno varie opere di artisti veneti del primo Settecento e una sagrestia con il mobilio intarsiato originale.
La prima chiesa di San Marco in Borgo Pusterla fu probabilmente costruita e cominciò ad essere elencata fra le sette cappelle della città verso il 1280, appena al di fuori del ponte Pusterla. Era situata in una zona malsana e frequentemente soggetta ad allagamenti e dovette essere restaurata più volte durante il corso dei secoli. Dipendeva dalla cattedrale e non aveva quindi fonte battesimale; funzionò come chiesa parrocchiale fino al 1810, quando - dopo la soppressione napoleonica degli ordini religiosi - fu permutata con quella dei Carmelitani Scalzi e, subito dopo, demolita.
L'attuale chiesa parrocchiale di San Marco, invece, sorge nei pressi dell'area di un precedente edificio religioso costruito dai Gesuati dal 1481 al 1491 e dedicato a San Girolamo, del quale restano la torre campanaria e alcune pietre tombali. A seguito della soppressione della congregazione dei Gesuati nel 1668, chiesa e convento furono acquistati dai Carmelitani Scalzi, che in seguito ampliarono il complesso, riedificando la chiesa tra il 1720 e il 1727 e aggiungendo al titolo di San Girolamo quello di Santa Teresa. Negli anni successivi furono poco a poco completati, con gran dispendio di risorse, gli altari e la decorazione interna. La pavimentazione, a lastre di marmo bianche e rosse, è del 1745.
Rimane incerta l'attribuzione del progetto, che suggerisce più mani e, nello stile, accostabile all'opera dell'architetto veneziano Giorgio Massari (1687-1766), in collaborazione Francesco Muttoni; è stato inoltre fatto il nome del vicentino Giuseppe Marchi (1669-1757). La facciata fu costruita nel 1756 su disegno del bresciano Carlo Corbellini (nello stesso anno venne redatto un progetto alternativo in stile palladiano da parte di Ottone Calderari, poi utilizzato per la chiesa dei Filippini in Corso Palladio a Vicenza). L'anno successivo fu completato l'altare maggiore.
La chiesa, sebbene utilizzata per funzioni religiose fin dal 1725, ancora prima del completamento della copertura, fu solennemente consacrata nel 1760 dal cardinale e vescovo di Vicenza Antonio Maria Priuli e intitolata a due santi: conservò l'antico titolo di San Girolamo, aggiungendo quello di Santa Teresa di Gesù, fondatrice dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. Fu comunemente detta "Chiesa degli Scalzi".
Nel 1810 le leggi napoleoniche soppressero gli ordini religiosi e i conventi, incamerandone i beni. La chiesa di San Girolamo degli Scalzi, dopo essere stata destinata per breve tempo a manifattura di tabacchi, fu assegnata nello stesso anno alla parrocchia di San Marco, di cui assunse il titolo, divenendo la chiesa di San Marco in San Girolamo (l'antica chiesa di San Marco, che sorgeva a poche centinaia di metri, nei pressi di Ponte Pusterla, fu venduta e demolita poco dopo).
La chiesa come costruita dai Carmelitani è rimasta essenzialmente intatta, pur avendo subito vari interventi di restauro (quello del 1894 è ricordato in una lapide sopra il portale d'ingresso). Il convento fu affidato alle Dame Inglesi (Istituto della Beata Vergine Maria).
Le grandi proporzioni della facciata, progettata nel 1756 dall'architetto bresciano Carlo Corbellini in stile barocco, con le sue decorazioni e le sue undici statue di santi, non si colgono facilmente, mancando un sagrato di adeguate dimensioni. La facciata è costituita da due ordini di semicolonne corinzie su alti piedistalli. Le ali sono ornate con statue agli angoli. Il timpano triangolare, con sottili cornici, reca altre tre statue nel coronamento. Nel piano inferiore, negli spazi tra le semicolonne, si aprono quattro nicchie, nel piano superiore due, con una grande nicchia al centro. L'alto finestrone centrale, che dà luce all'interno, è cieco nella parte superiore e originariamente dipinto in trompe l'œil.
Per questa stessa facciata fu elaborato nel 1756 un primo progetto in stile palladiano da Ottone Calderari, non realizzato, poi adattato nel 1824 dall'architetto Antonio Piovene per un'altra chiesa cittadina, quella dei Filippini in Corso Palladio.
La torre campanaria (visibile sul retro della chiesa) è quella originale eretta nel XV secolo per la chiesa e convento dei Gesuati. Fu sopraelevata nel 1933 su disegno dell'ingegnere Giuseppe Dal Conte, per collocarvi cinque campane fuse da Colbachini di Padova. L'attuale concerto conta 14 campane, tuttora suonate a mano. La scuola campanaria di San Marco è l'unica realtà cittadina custode del suono a mano (o a corda).
L'interno della chiesa, di grande respiro, è a navata unica, con alte cappelle laterali, ognuna delle quali fornisce luce all'aula attraverso tre ampie finestre.
La navata misura 28 metri di lunghezza e 11,5 di larghezza (21 metri, se si comprendono le cappelle); il presbiterio è lungo 18 metri compresa l'abside semicircolare. La navata è costituita da due campate. Il ritmo è scandito da un ordine unico di pilastri corinzi che poggiano su un alto piedistallo di pietra. Ai lati della navata sono collocate quattro cappelle fornite di ricchi altari, mentre ai lati del presbiterio si aprono due ulteriori cappelle (oggi prive di altare) a formare il transetto. All'interno dei quattro poderosi pilastri che separano una cappella dall'altra sono ricavati spazi ciechi, un tempo usati come piccoli oratori, ed oggi in parte per i confessionali.
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