Le prime notizie relative all’Accademia Filarmonica di Verona, la più antica accademia musicale in assoluto, risalgono al 1543, anno in cui il sodalizio si fuse con l’Accademia Incatenata. Nel giro di breve tempo il prestigio dell’Accademia Filarmonica si accrebbe a tal punto che essa inglobò in sé altre realtà scaligere di simile natura, come avvenuto con l’Accademia Alla Vittoria (1584). Dedita alla cultura e alla pratica della musica e del canto, già dalla metà del Cinquecento assunse una posizione di rilievo fra i principali centri di irradiazione del madrigale, soprattutto in virtù della prassi esecutiva a voci e strumenti, come ricordato da Ercole Bottrigari nel trattao “Il Desiderio overo De' concerti di varii strumenti musicali” (1590).
Dopo un periodo di stasi seguito all’epidemia di peste che del 1630 devastò il territorio veronese, l’attività dell’Accademia Filarmonica riprese vigore all’inizio del Settecento, soprattutto sotto l’impulso di Scipione Maffei, grande erudito di respiro europeo, vero e proprio cuore e anima della “Compagnia” per tutta la prima metà del secolo. A lui si devono l’edificazione del Teatro Filarmonico, progettato da Francesco Galli Bibiena e inaugurato il 6 gennaio 1732 con “La fida ninfa” di Antonio Vivaldi (su libretto dello stesso Maffei), e l’ampliamento della raccolta lapidaria della iniziata del 1612 con la donazione della collezione del canonico Nichesola, fino a farla diventare l’attuale Museo Lapidario Maffeiano, ultimato nel 1749 su disegno dell’accademico Alessandro Pompei, primo museo sorto in Italia con precisi intenti conservativi e didattici aperto al pubblico. Distrutto da un incendio nel 1749, il Teatro Filarmonico fu presto riedificato e già nel 1754 vi si allestirono “Lucio Vero” di Davide Perez e “Alessandro nelle Indie” di Johann Adolf Hasse.
Nel 1811 l’Accademia Filarmonica si trasformò di fatto in società di palchettisti, divenendo la gestione del Teatro e la cura dell’orchestra stabile le attività predominanti dei soci, ribadendo la posizione di guida di gran parte della vita musicale veronese ricoperta dal sodalizio fin dalla sua fondazione.
Il 23 febbraio 1945 a seguito di un bombardamento alleato, il Teatro Filarmonico fu nuovamente distrutto. Ricostruito su progetto di Vittorio Filippini, che riprende l’originaria foggia bibienesca, venne riaperto al pubblico nel 1975.
A testimonianza dell’illustre passato dell’Accademia Filarmonica di Verona e del primato fra le accademie musicali rimane il suo patrimonio storico, formato da Biblioteca, Archivio Storico e Collezione di strumenti musicali. La Biblioteca e la Collezione costituiscono un caso raro nel panorama delle raccolte musicali perché non create con fini museali-collezionistici ma sorte e sviluppatesi spontaneamente come dotazione d’uso dell’Accademia tra la seconda metà del Cinquecento e gli anni Trenta del secolo successivo e conservatesi pressoché integre fin ai nostri giorni.
La vocazione musicale e culturale dell’Accademia Filarmonica di Verona, che non si è mai interrotta, trova oggi ampio riscontro nei due impegnativi appuntamenti concertistici “Il Settembre dell’Accademia”, rassegna di grandi orchestre e interpreti internazionali giunta nel 2011 alla ventesima edizione, e “Le Nuove Musiche”, dedicata al repertorio rinascimentale e barocco, oltre che ne “Gli incontri dell’Accademia” e in numerose e qualificate iniziative editoriali, tra le quali la collana di studi e ricerche “Le imprese” e quella musicale “Biblioteca in musica”, che propone in prima registrazione assoluta musiche conservate nella biblioteca del secolare sodalizio.
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