L’edificio fu eretto, molto probabilmente, nel 1804 (data che compare nella targa apposta sul portone centrale), ma l’architetto che lo progettò è rimasto anonimo. A conferma di questa data c’è anche un documento conservato all’Archivio di Stato, datato 22 dicembre 1803 in cui Maria Teresa Civrani e suo marito Carlo Leopoldo Eisner chiedono la riedificazione delle loro tre vecchie case, site in piazza Piccola, i cui numeri tavolari corrispondono a quelli dell’attuale Palazzo Eisner-Civrani.Il palazzo, proprietà di MariaTeresa Civrani e del marito Carlo Leopoldo Eisner, passò in eredità ai loro figli, che nel 1850 lo vendettero alla famiglia Polacco. L’ultimo erede, Alfonso Polacco, la lasciò in eredità la casa al Comune.
Il grande edificio appare molto sacrificato dietro il palazzo del Municipio, questo infatti si addossa proprio sul lato nel quale la casa presenta la facciata più estesa e decorata. Solo il prospetto sulla piazza Piccola può godere di maggior respiro e quindi far apprezzare all’osservatore, anche se in modo minore, l’eleganza delle sue forme.L’edificio poggia compatto su di un basamento rivestito in bugnato a conci in pietra bianca, interrotto, a metà altezza, da una tettoia in forte sporto, sostenuta da finta travatura in pietra.
Sul lato via della Procureria un grande portale, con foro rettangolare e lunetta, è sormontato da ampie e ricche mensole – decorate con festoni di rose a rilievo e motivi vegetali -che sorreggono un balcone con balaustra in ferro battuto, nel quale si apre una porta con timpano raccordato da slanciate mensole scanalate. Il basamento, molto alto, comprende anche l’ammezzato, che si presenta con finestre quasi quadre e molto semplici.
La facciata è scandita orizzontalmente dai marcapiani, che si susseguono ai vari ordini, collegando i davanzali delle aperture e creando un effetto molto compatto nelle forme quasi “fasciate” del complesso murario. Tale realizzazione, che potrebbe suscitare una sensazione di staticità e di pesantezza, è superata dallo slancio delle proporzioni delle finestre molto allungate, che conferiscono all’insieme ariosità e leggerezza.
Gli angoli del prospetto sulla piazza Piccola sporgono lievemente e soprattutto risultano evidenziati nel basamento, dove il rivestimento in conci di pietra bianca crea l’effetto di finte lesene e la particolare modanatura del marcapiano, su di esse, suggerisce alla mente il motivo del capitello dorico.
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