La città nella prima metà dell’Ottocento vive un periodo di grande espansione economica: si sviluppano le industrie, le importazioni, le esportazioni e gli investimenti, si aprono i mercati, si costruiscono molti alberghi. L’albergo Metternich, poi chiamato Hotel de la Ville, oggi sede della Banca Popolare di Novara, fu per molti anni il più importante della città.
Progettato da Giovanni Degasperi (come risulta dal progetto conservato all’Archivio comunale) in forme di “nobile semplicità e pacata grandezza”, come direbbe il padre della cultura classica, Winckelmann, presenta tuttavia alcune inquietudini compositive nel disegno e nella costruzione dell’ordine architettonico.La facciata viene suddivida dall’architetto in cinque parti, una centrale e due laterali, formate rispettivamente da quattro e da due paraste in ordine gigante con capitelli corinzi e due intermedie senza colonnato ritmate da finestre con piattabande appoggiate a mensole al piano inferiore e semplici a quello superiore.Le due paraste laterali chiudono l’angolo della costruzione continuando anche nelle pareti laterali; in questo modo la parasta si trasforma in pilastro d’angolo.
La facciata bugnata del piano terra dell’Hotel de la Ville ha forti tensioni eclettiche. L’ordine ha la stessa suddivisione delle parti superiori in ordine tuscanico e le due parti intermedie (le più semplici nella partitura superiore) vengono suddivise nella metà orizzontale e caricate di pieni e vuoti, di profili e di decorazioni. Quattro pilastri, sempre in ordine tuscanico, sostengono una architravatura sulla quale si aprono delle lunette semicircolari.La destinazione ad albergo induce l’architetto ad una configurazione caratterizzata ed ariosa, aperta tra esterno e interno, come se il suo compito fosse stato quello di rendere discreto l’uso di uno spazio pubblico, o di chiudere, non nascondendo l’interno, un loggiato.
Bassorilievi: Pietro Zandomeneghi, figlio di Luigi, scultore veneto, lavorò ai tondi decorativi che rappresentano le parti del mondo. Più tardi la munificenza del cav. Revoltella, nuovo proprietario, fece aggiungere i rettangoli scolpiti a bassorilievo, rappresentanti l’Onore, l’Industria, la Navigazione, la Riflessione, la Religione, la Costanza, la Beneficenza e il Commercio. Questi bassorilievi sono opera degli scultori Giuseppe Moscotto e Giovanni Depaul (1860 ca).
Curiosità: una lapide posta sulla sinistra della facciata nel 1913, in occasione del centenario della nascita Giuseppe Verdi, ricorda che nel 1850 il musicista scrisse la sinfonia dello Stiffelio andata in scena, per la prima assoluta, al Teatro Comunale il 16 novembre dello stesso anno.
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