Le mura di Lucca, costruite tra la metà del Cinquecento e i primi anni del XVII secolo, rappresentano un sistema fortificato che si è mantenuto integro fino a oggi. Passate attraverso il processo di trasformazione della città, hanno con essa formato un unicum inscindibile.
La loro particolare caratteristica di fortificazioni "alla moderna" stabilisce, per la sua stessa natura, una proiezione fisica e funzionale con la città e con il territorio. Tale caratteristica ha sviluppato nel corso del Sette-ottocento una riconversione civica di tali strutture che hanno finito per configurare l'intero anello come passeggiata puntualizzata da una serie di strutture (dal campo per il gioco del calcio poi divenuto "orto botanico", all'anfiteatro per le corse dei cavalli poi trasformato nel "piazzale Verdi" ecc.) a carattere ludico-ricreativo. Le stesse alberature, piantate fin dall'epoca della costruzione della struttura militare a scopi strategico-funzionali, sono state sostituite con piante dalla monumentalità decorativa, conferendo all'intera cerchia un'immagine di grande parco urbano.
Le mura rappresentano oggi un parco ad alta valenza culturale che può stimolare momenti di conoscenza e di fruizione non solo per la città ma anche per l'intero territorio. Tale sistema rappresenta un segno forte con il quale la comunità si identifica, proiettandovi aspettative in termini di qualità e di valorizzazione selezionata capace di esercitare un'eccezionale attrattiva turistica; è il momento significativo di sintesi della dialettica città-territorio.
In particolare l’intera area è caratterizzata dalla presenza di una serie di manufatti a carattere ludico-ricreativo prevalentemente in corrispondenza dei baluardi, ma comunque anche lungo la passeggiata: panchine, tavoli attrezzati per consumare spuntini o effettuare altre attività, fontane con acqua potabile e soprattutto aree attrezzate con giochi per i bambini.
Quella attualmente esistente è la quarta cinta muraria, l'ultima tra quelle di cui Lucca nel corso dei secoli si è munita. La prima fu quella romana del II secolo A.C., la seconda quella medievale terminata nel 1270. Alla terza si lavorò intervenendo sul precedente tracciato tra la fine del quattrocento e l'inizio del secolo seguente. Intorno al 1500 però la tecnologia militare fece passi da gigante.
Gli eserciti cominciarono a utilizzare armi a tiro dritto, artiglierie che avrebbero potuto non essere fermate dalle Mura che cingevano la città e che erano, in sostanza, alte, esili barriere progettate più per impedire lo scavalcamento di colpi a traiettoria calante che la forza dirompente dei colpi diretti. A complicare ulteriormente le cose ai lucchesi - che rimarranno indipendenti fino al 1847 - era anche Firenze i cui domini estesi a tutta la Toscana arrivavano ad Altopascio, un paese a quindici chilometri da Lucca.
Così, pur se a malincuore, a causa delle ingenti spese necessarie, nel 1544, dopo estenuanti dibattiti, fu avviato un cantiere che ebbe vita lunga e tormentata. I lavori furono diretti da esperti provenienti da diverse città italiane (in particolare da Urbino) e da tecnici fiamminghi. Elevatissimo il numero di sterratori, carrettieri, carpentieri, fornaciai, fabbri e muratori giornalmente impegnati (fino a 2.000) tanto che, per le mansioni più semplici, tra gli abitanti del contado, si ricorse ad una sorta di arruolamento obbligatorio, le cosiddette "comandate", partite di lavoranti prese a giornata o a settimana. I lavori terminarono definitivamente più di un secolo dopo, nel 1650.
La cerchia è composta da dodici cortine, a terrapieno, che congiungono tra loro undici baluardi: nove a sprone, assai sporgenti e muniti di orecchioni (secondo una tipologia costruttiva affermatasi alla metà del '500); uno, quello di San Maria, dai fianchi quadrati; e uno, quello di S.Frediano, più propriamente una piattaforma.Quattro chilometri e duecento metri di fortificazione con muro a scarpa, larga alla base trenta metri, sulla quale erano piazzati 124 pezzi d'artiglieria. Verso la città scendevano gradoni di terra dove, per consolidare i terrapieni e per procurarsi legna in caso di lungo assedio, furono piantati degli alberi.
Verso l'esterno il sistema difensivo fu rafforzato dallo scavo di un fossato di trentacinque metri di larghezza, da dodici mezze lune di terra con basamenti in muratura (due delle quali, le uniche rimaste, sono presenti nel tratto compreso tra la piattaforma di S. Frediano e il Baluardo di San Donato), da un lungo terrapieno continuo e infine dal taglio di tutte le piante entro un raggio di mezzo miglio, l'area di rispetto (chiamata la linea delle tagliate) realizzata per non lasciare al nemico, nelle immediate vicinanze della città, legname per le artiglierie.Le costruzioni che sono presenti lungo le cortine, le "casermette", erano gli alloggi della guardia.
L'unico allarme che queste Mura hanno fronteggiato è stato quello dell'acqua del fiume, il Serchio, che nel 1812 stava per inondare la città. Furono in quell'occasione chiuse e tamponate tutte le porte e la città rimase illesa. Al 1812 del resto le Mura avevano attenuato il loro carattere marziale perché gli austriaci durante uno dei due avvicendamenti con l'esercito francese avvenuti dopo il 1799, si erano portati via i cannoni. Dopo il Congresso di Vienna il nuovo Ducato di Lucca (la città era stata prima governata per alcuni anni come Principato dalla sorella di Napoleone, Elisa, poi da alcuni governi provvisori) fu affidato ai Borbone di Parma, nella persona della duchessa Maria Luisa che incaricò, nel 1818, l'architetto Lorenzo Nottolini della nuova sistemazione a verde di una parte di Mura.
Nel 1820 fu istituito l'Orto Botanico ben presto centro di ferventi studi scientifici, strumento di gestione del nascente parco delle Mura, e fondamentale centro di diffusione di apprezzate specie esotiche nei giardini della città e nei parchi del territorio.
La riconversione dell'antico sistema difensivo ad uso civile, per il tempo libero e lo svago, fu poi ulteriormente accentuata nel 1840 quando fu costruito, sul Baluardo San Maria, il Caffè delle Mura, poi demolito e ricostruito arretrato nel 1885, per creare uno piazzale con la statua di Vittorio Emanuele II, in diretto collegamento con il centro urbano.
È il concretizzarsi di quell'idea di parco pubblico che proprio in quegli anni cominciava a diffondersi e a prendere corpo.
Le porte originariamente erano solo tre: San Pietro, San Donato e San Maria. Porta Elisa, di stile neoclassico, fu inaugurata nel 1811. Porta Sant'Anna nel 1910. Porta S. Iacopo (o IV Novembre) nel 1930.
Da sottolineare che nel 1866 di fronte al rischio di una vendita delle Mura ai privati il Comune decise di acquistarle dal Regio Governo (al cui demanio come struttura difensiva appartenevano): una scelta felice che ne ha garantito la sopravvivenza.
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