Uno dei vicoli più “veri” del centro storico, antico e popolare, multietnico, animato di suoni, voci, colori, odori, musiche e profumi. Un nome bizzarro che ricorda i tempi anteriori al IX secolo, quando questa zona era fuori dalla città, in piena campagna. A partire dall’Alto Medioevo, il fossato in cui frusciavano le canne si riempì di botteghe artigiane e di locande, poi di palazzi nobiliari con bei portali scolpiti, logge e alte torri in mattoni, alcune delle quali ancora presenti. Oggi è tutto un brulicare di negozi di prodotti alimentari italiani e stranieri, piccoli laboratori artigiani, ristoranti che propongono cucina esotica, ma anche boutique e atelier di moda. Verso mare il Canneto cambia nome e diventa vico Caprettari; qui c'è una bellissima bottega di barbiere in stile liberty floreale restaurata, funzionante come barberia e tenuta aperta dal F.A.I., Fondo per l'Ambiente Italiano. Fra Canneto e vico Caprettari si incrocia la perpendicolare via Canneto il Curto, un tratto del vicolo dritto che procede parallelo al litorale attraversando la città vecchia. È tanto animato di folla multicolore e di negozi alimentari quanto il suo “fratello lungo”. La rete di vicoli laterali, uno più stretto dell’altro, conduce a bellezze architettoniche ignote anche a molti genovesi, come piazza Luxoro e piazza Sauli, coi portici con capitelli zoomorfi, i portali in marmo scolpito, le torri in pietra, le facciate disegnate.
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