Punti panoramici sul centro di Genova ce ne sono parecchi ma il più celebre è certo la spianata di Castelletto. Una grande terrazza ombreggiata da pini marittimi e aperta su tre lati, a 80 metri sul livello del mare; l’orizzonte segnato dal profilo delle Alpi Marittime, la Riviera di Ponente, il mar Ligure, il monte Fasce; alle spalle c’è uno dei quartieri più eleganti della città, qualche celebre gelateria, il va-e-vieni di giovani e adulti nel fresco delle sere d’estate e sotto il sole tiepido dell’inverno. Quasi letteralmente davanti ai propri piedi, si apre la distesa di tetti, palazzi e campanili del centro storico, la grande “tartaruga a scaglie grigie” come l’ha definita il cantante Gino Paoli. Fra i tetti e le guglie si scorgono chiaramente la sagoma dei campanili delle Vigne e di San Lorenzo, il complesso universitario sulla collina di Castello, i palazzi di Strada Nuova, tutti gli elementi del Porto Antico; allungando un po’ lo sguardo verso ponente si individuano facilmente la Lanterna e le grandi gru del porto moderno.
Il modo migliore per salire quassù è quello che il poeta Giorgio Caproni voleva usare per andare in paradiso: l’ascensore che parte da piazza del Portello e sbuca alla luce della spianata dentro una torretta vetrata che è uno dei più begli esempi di architettura liberty della città. Per tornare in centro vanno benissimo le mulattiere mattonate che scendono fra piccole case antiche e i retri dei grandi palazzi patrizi.
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