La chiesa di San Giovanni Evangelista di Prè si affaccia sul quartiere più multietnico di Genova, storicamente luogo di approdo per coloro che arrivano in città da terre lontane e povere. Insieme alla Commenda ad essa contigua, costituisce un importante complesso storico e architettonico romanico. Fu costruita alla fine del XII secolo per i Cavalieri Ospitalieri di Gerusalemme con una singolare struttura su due piani per diventare due chiese, che in origine avevano diverse funzioni: quella superiore per i monaci cavalieri, quella inferiore per i pellegrini e gli abitanti del luogo. Molto bello il duecentesco campanile con cuspide ottagona fra quattro guglie quadrangolari. La chiesa non ha una vera facciata, l’ingresso attuale si apre nell’originaria abside perché sino al 1731 non era aperta al pubblico. L’interno è severo e maestoso nel suo aspetto originario tardo romanico, e conserva alcune opere pittoriche di importanti artisti genovesi barocchi come Bernardo Castello, Lorenzo De Ferrari e Lazzaro Tavarone. La chiesa inferiore è aperta al pubblico solo in orari limitati.
La commenda è un edificio complesso e articolato tra i più interessanti e meglio preservati del periodo romanico a Genova, edificato dal 1180 dai Cavalieri Gerosolimitani, che avrebbero poi fondato i Cavalieri di Malta, per fornire assistenza ai pellegrini e ai crociati in viaggio da e verso la Terrasanta. I tre piani comprendevano il convento, l’hospitale e due chiese sovrapposte dedicate a San Giovanni; quella superiore era riservata ai Cavalieri e oggi risulta “rovesciata” avendo accesso dall’abside verso Via Prè; quella inferiore, più piccola, in origine era riservata agli ospiti, ma non è più aperta al culto. Molto bello il campanile, con tre ordini di trifore e la guglia piramidale. È un luogo carico di storia, un monumento dell’architettura medievale, ma anche un sito di eventi culturali, più precisamente un “museo teatro” che trasforma documenti in immagini e spettacoli grazie a tecnologie che permettono ai personaggi storici di “tornare in vita”; sono genovesi, arabi, ebrei, protagonisti delle Crociate e navigatori di ogni nazione mediterranea; tutti lanciano il messaggio interculturale che nessuno deve sentirsi straniero a Genova.
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