Il millesimo compleanno di questa basilica è stato festeggiato da tempo. Nel suo aspetto attuale è un capolavoro del barocco, ricco di opere d’arte sei-settecentesche (tra cui dipinti del Carlone, di De Ferrari e del Piola, oltre a due statue lignee del Maragliano) e con una maestosa facciata neoclassica che affaccia su una piazza tra le più incantevoli del centro storico. Dove oggi sorgono antichi palazzi dalle facciate affrescate, non c’è più traccia di quei vigneti che qui prosperavano nei tempi medievali, quando la chiesa aveva ben altro aspetto e dai quali trae il suo nome. Di quei tempi sono rimasti solo i prospetti esterni laterali in pietra nera con archetti pensili romanici e il magnifico campanile, alto 56 metri, ovvero quanto basta per dominare con la sua punta di pietra tutti i tetti del centro storico, curiosamente eretto a cavallo del vicolo che separa la chiesa dal suo chiostro millenario, dove nel 1913 venne fondato lo scoutismo cattolico italiano. Gli appassionati di storia noteranno che sotto l’arco su cui poggia il campanile c’è un sepolcro scolpito: è di Anselmo d’Incisa, medico di papa Bonifacio VIII e del re di Francia Filippo II. Sul lato opposto della chiesa, nella lunetta sopra l’accesso laterale, si noti l’affresco che ritrae la Vergine con Bambino con un grappolo d’uva in mano. Una mostra permanente illustra ai visitatori la storia della chiesa e del complesso abbaziale attraverso i secoli.
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