Il borgo più bello d'Italia del 2015

Ricco di storia, arte e tradizioni, Montalbano Elicona rappresenta uno dei più antichi e affascinanti centri dei Monti Nebrodi, eletto Borgo più bello d’Italia nel 2015.

Alcuni credono che il suo nome derivi dall’arabo “Al Bana”, che significa “luogo eccellente”; altri sostengono che provenga dal latino “Mons Albus” per indicare le alture su cui sorge l’abitato che, durante il periodo invernale, si mostrano innevate. La parola “Elicona", invece, sembra derivare dalla colonizzazione greca: i Dori chiamarono “Helikon”, che significa “tortuoso”, il luogo coincidente con l’altura sulla quale sorse il borgo medievale di Montalbano a causa della forma del vicino torrente.

Ci si perde nella bellezza di questo maestoso borgo: il Medioevo è tuttora nell’aria con le piccole casette arroccate su speroni di roccia e i vicoli che delimitano le numerose chiese, i palazzi signorili e l’incantevole castello. 

Quest’ultimo, nato come presidio difensivo nel periodo della dominazione svevo-aragonese, è divenuto per volere di Federico III d’Aragona un vero e proprio palazzo reale, elevato su due livelli, con diciotto grandi ed eleganti finestre sui muri perimetrali al di sopra delle feritoie sveve e un numero non indifferente di portali e porte. All'interno i vasti ambienti permettono di tuffarsi nell’atmosfera delle antiche corti.

Vicino al castello, merita di essere contemplata la chiesa di  Santa Caterina d’Alessandria,  risalente al 1393. In stile romanico, custodisce all’interno pregevoli dipinti, come quello della “Cena Domini” della scuola di Guido Reni e una statua marmorea della Santa, che viene attribuita alla scuola del Gagini.

Dal Castello, passeggiando tra i vicoli e le stradine del centro storico, viviamo il borgo fino ad arrivare al Duomo. Ristrutturato nel 1645 e affiancato da un imponente campanile con pregevoli campane di bronzo, esso è consacrato a Santa Maria Assunta e San Nicolò Vescovo, patrono del centro montano.

Il territorio, da un lato, si estende verso l’altopiano dell’Argimusco - dove distese amene di pascoli e boschi millenari, come la Riserva Naturale Orientata Bosco di Malabotta, offrono al visitatore uno scenario mozzafiato - e, dall’altro, degrada dolcemente verso il mare Tirreno, accompagnando lo sguardo fino al profilo delle Isole Eolie.

Fascino irresistibile è esercitato dagli stupendi Megaliti dell’Argimusco: rocce calcaree giganti dalle forme particolari nei cui profili scopriremo figure antropomorfe e zoomorfe e simboli esoterici, addirittura quasi magici. Secondo alcuni, queste rocce sono state modellate dall’erosione millenaria ad opera del vento e dalla pioggia, altri invece sostengono che tali forme siano state realizzate da una misteriosa popolazione preistorica stanziata in quei territori, solita praticare riti propiziatori e sacrifici agli dei.

Tra i megaliti più importanti si ergono solenni due grandi massi di forma allungata, che richiamerebbero i simboli della virilità e della femminilità; a qualche centinaio di metri di distanza, invece, si erge maestosa la cosiddetta Aquila, un megalite tra i più realistici del mondo che raffigura il profilo del rapace con le ali spiegate. L’Argimusco rappresenta l’unico esempio di sito megalitico in Sicilia. È in queste zone che nasce il fiume Elicona il quale, nel  corso dei secoli, ha assistito alla costruzione di mulini ad acqua dove un tempo gli abitanti si recavano a piedi o a dorso di muli, trasportando grano da macinare. Ancora oggi è possibile ammirare tra la vegetazione i resti degli antichi mulini (ruote, mura, saitte). Il territorio singolare di Montalbano Elicona ospita la  presenza dei “cubburi” detti pure “casotti”,  strutture il cui aspetto ricorda i trulli della Puglia e i nuraghi della Sardegna. A poche centinaia di metri dall’altopiano, ritroviamo  la splendida  Riserva Naturale del Bosco di Malabotta nella zona di transizione tra i monti Peloritani e i monti Nebrodi. La riserva abbraccia quote che vanno dai 650-700 metri sino a raggiungere i 1341 metri di altezza. 

All'interno dell'area protetta troviamo faggi, cerri, querce, pini, castagni e noccioli, in misura minore troviamo anche l'acero, il pioppo nero, il salice, la carpinella, l'agrifoglio, la fusaria, il leccio, il perastro e il sambuco comune.

La Fauna della riserva è tipicamente siciliana: sono presenti il gatto selvatico, la volpe, il coniglio, l'istrice e il riccio europeo, martore e donnole, il topo ragno, il ghiro, il quercino e il cinghiale. 

Inoltre, varie specie di rettili, anfibi e insetti tra i quali ricordiamo molte specie di farfalle ormai rare.