La città dei trulli

Alberobello è un paese di 11 mila abitanti circa, in provincia di Bari, immerso nel cuore della Puglia e in particolare della Valle d'Itria. La sua storia è legata prima di tutto al suo nome, che deriva dall'espressione latina “Silva Alboris Belli”, “bosco dell'albero della guerra”. Infatti, in origine, Alberobello era una selva ricca di querce, alberi usati per la fabbricazione di utensili da guerra. Il bosco fu presto trasformato in un feudo, sotto il controllo dei Conti di Acquaviva di Conversano. Ed è da questo punto che prende vita e forma la caratteristica più importante di Alberobello, il motivo per cui migliaia di turisti da tutto il mondo vengono in Puglia, il motivo per cui il paese è entrato a far parte del Patrimonio Mondiale dell'Unesco nel 1996: i “trulli”.


Prima un tuffo nel passato: perché i “trulli”? Nella seconda metà del XVII secolo, il Conte Giangiacomo di Acquaviva, conosciuto come il “Guercio di Puglia”, volle che questo feudo si popolasse, dunque convinse i contadini a trasferirsi attraendoli con esenzioni dalle tasse e terre fertili da coltivare. Vi era però un problema: non esisteva alcuna autorizzazione da parte del Regno di Napoli (il casato degli Svevi controllava allora il Sud Italia) che consentisse la costruzione di abitazioni in quel territorio. Così il Conte s'ingegnò: le case dovevano essere costruite non con malta e calce, ma a secco, in pietra, in modo tale che potessero essere facilmente demolite e ricostruite nel caso in cui il Regno di Napoli avesse deciso di effettuare dei controlli nella zona. Quindi, una così rara bellezza architettonica è semplicemente il frutto di un atto abusivo! Se il Conte avesse saputo che la sua iniziativa avrebbe avuto un così tale successo, sicuramente avrebbe esportato il suo “brevetto”! Ma, per fortuna non è stato così, e i “trulli” di Alberobello possono essere definiti davvero unici!

L'architettura del “trullo” ha vaghe origini orientali, tuttavia il risultato è sicuramente inusuale e insolito. Il termine “trullo” deriva dal greco “tolos”, che significa “cupola”. Ecco qui subito spiegato l'elemento portante e innovativo di questa costruzione: il tetto è a cupola, che si rimpicciolisce man mano che si innalza; è costruito tramite cerchi concentrici (le “chiancarelle”) disposti ad incastro, e chiusi in alto da una punta detta “pinnacolo”. I muri di questi “trulli”, nonostante siano in pietra, non sono affatto deboli, e ciò giustifica la sopravvivenza di queste meravigliose costruzioni: spessi circa un metro, permettono un perfetto isolamento termico in ogni periodo dell'anno.

I “trulli” più antichi sono suddivisi all'interno di due rioni, il Rione Aia Piccola e il più grande, il Rione Monti, famoso per le sue 7 vie piene di negozietti d'artigianato locale, che culminano con la bellissima Chiesa di Sant'Antonio, a forma di “trullo”. 

Alberobello, però non è solo “trulli”. 
Prima cosa, la cucina. La Puglia è famosa per le sue ricchezze gastronomiche, e “se vuoi ben mangiare, anche ad Alberobello puoi andare”! Anche qui possiamo mangiare le celebri “orecchiette” al sugo di pomodoro, ma molta della produzione culinaria di Alberobello ruota attorno alle mandorle, usate soprattutto per i dolci (famose sono le “mandorle arraggè”, mandorle abbrustolite con lo zucchero) e attorno al peperoncino, tra rosoli e marmellata. 
Seconda cosa, gli eventi e le manifestazioni. La festa patronale, che in quei giorni attira tantissimi fedeli ma soprattutto turisti curiosi, si svolge tra il 25 e il 28 settembre di ogni anno, ed è dedicata ai SS. Medici Cosma e Damiano (a cui è dedicata anche la Basilica). Religiosità e divertimenti, tra passeggiate e carne alla brace. Caratteristica è anche la Rievocazione della Cacciata dei Conti di Conversano, che ricorre ogni luglio, e celebra il ricordo dell'indipendenza del feudo dal Regno di Napoli, ottenuta senza l'uso della forza. 
Basta poco per visitare i “trulli”, ma occorre davvero tanto tempo per dimenticarli!