Piazza San Vito (anticamente conosciuta come Piazza delle Prigioni) è stata, attorno al 1930, al centro di molti progetti urbanistici: dal nuovo palazzo Littorio, al mercato della frutta e verdura, al rifacimento della pavimentazione. All’interno di questo programma si inserisce anche la nuova fontana, fortemente voluta dai commercianti della zona, che sostituì l’originale forse non dissimile dalla fontana di Piazza Pola.
I lavori di sistemazione e pavimentazione della piazza e di posa in opera della fontana richiesero 68 giorni lavorativi.
La fontana, ispirata, come si legge in una cronaca contemporanea al ‘600 italiano, è costituita da un’ampia vasca ottagonale, posata su un basamento circolare. Nel centro, un basamento poggiante su due scalini e ornato da quattro idre zampillanti, una addossata ad ogni lato, sostiene una tozza colonna scanalata, suggestivamente descritta come concetto floreale formato da un fascio di steli dal quale spunta un fiore acquatico formante la tazza, un gambo con un capitello alludente la flora e la pigna esprimente l’unione degli offerenti.Ai piedi della vasca è installata una bocca a getto continuo al quale il pubblico continua ad attingere acqua per usi domestici e per le esigenze di mercato.
Le pietre usate sono il marmo di Verona e la pietra di Grisignana.
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