Durante l'occupazione francese di Torino di inizio '800, su decisione diretta di Napoleone, fu deciso di edificare un ponte di pietra nella città sabauda che fino a quel momento aveva solo ponti provvisori su Po. Il ponte venne eretto in sostituzione di un precedente ponte in pietra di 12 pilastri, eretto all'inizio del XV secolo, e fortemente danneggiato dalla piena del fiume del 3 novembre 1706 che ne distrusse alcuni archi, sostituiti provvisoriamente da strutture in legno. La costruzione del nuovo ponte comportò l'abbattimento di un fabbricato adibito a magazzino e della chiesa dei Santi Marco e Leonardo, costruita nel 1333 e rifatta nel 1740 ad opera dell'architetto Bernardo Vittone.
La posa della prima pietra avvenne nel novembre 1810 alla presenza del principe Camillo Borghese, marito di Paolina Bonaparte e allora Governatore del Piemonte: murate nel pilastro centrale del ponte furono riposte 88 fra monete e medaglie commemorative delle campagne napoleoniche ed un metro in argento. I lavori procedettero sotto la direzione degli ingegneri Malet e Pellegrini e il ponte fu completato nel 1813.
Dopo la fine dell'occupazione francese, con il ritorno dei Savoia in città, fu proposto di abbattere il ponte, percepito da molti come il simbolo della passata occupazione, ma il re Vittorio Emanuele I si oppose all'idea e il ponte gli fu in seguito intitolato.
Il ponte, di una lunghezza complessiva di 150 metri per 5 arcate, non ha praticamente subito modifiche dalla sua apertura tranne i lavori per consentire il passaggio del tram effettuati nel 1876 che comportarono anche la sostituzione dei vecchi parapetti in pietra con quelli attuali di ghisa.
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