Il Tabularium, destinato ad ospitare gli archivi dove venivano conservate le leggi dello Stato e gli atti ufficiali incisi su tavole ("tabulae") di bronzo, occupa l’area dell’Asylum, la depressione del Campidoglio tra l’Arx e il Capitolium. Il monumento si innalza su un alto basamento con la funzione, oltre che difensiva, di innalzare a livello della piazza dell’Asylum l’archivio vero e proprio. 

Dalla parte del foro si apriva un ingresso, più tardi chiuso dal podio del tempio di Vespasiano e Tito, oltre il quale una ripida scala, ancora conservata, metteva in comunicazione alcuni ambienti del primo piano, illuminati da strette finestre. Al di sopra era una lunga galleria, divisa in settori coperti da una volta a padiglione, che si apriva verso il foro con una serie di arcate inquadrate da semicolonne doriche in peperino, con capitelli e architravi in travertino. Restano anche tracce del fregio a metope e triglifi posto sopra le arcate. Molte di queste vennero chiuse nel Medioevo, e le estremità del tabularium fortificate con possenti torri. 

L’angolo sud-occidentale del monumento presenta una rientranza, per rispettare la presenza di un precedente edificio, scoperto nel 1939; si tratta del tempio di Veiove, divinità infernale forse di origine etrusca, dedicato nel 192, e che ha subito diversi rifacimenti. Il Tabularium, come già detto, fu abitato e fortificato nel medioevo; dal XII secolo è sede degli organi di governo della città di Roma.