Un dipinto di autore ignoto del XVIII secolo, conservato nel Museo Civico , testimonia come la Piazza fosse al tempo soltanto un'ampia distesa erbosa il cui Prato era il luogo destinato al ritrovo, al passeggio e alle corse dei cavalli che si disputavano in occasione delle celebrazioni per il Santo patrono. Risale infatti ai primi anni del secolo scorso la nuova sistemazione che secondo il progetto del Tolomei, in quegli anni a capo dell'amministrazione civica e autore di una delle prime guide della città, la doveva trasformare in un vasto anfiteatro cinto da gradinate con sul lato occidentale il Patheon dedicato ai più illustri cittadini pistoiesi. Questo tema, che risponde pienamente al gusto dell'epoca e che in termini meno localistici è riconoscibile anche nelle contemporanee realizzazioni di Niccolò Puccini, adempiva a quelle istanze romantiche che infiammavano gli animi delle più illuminate coscienze cittadine. Il Pantheon, progettato dall'architetto Cosimo Rossi Melocchi, era destinato ad eternare con statue ed iscrizioni personaggi come Clemente IX o il Cardinale Forteguerri e doveva aprirsi in un vasto atrio di chiara derivazione classica. Rispetto al progetto iniziale l'edificio venne profondamente modificato ed assunse l'aspetto che ancora oggi conserva.
Al termine di una distesa alberata i locali del Pantheon, Posti sul piano elevato del parterre - la platea- hanno ospitato fino ai primi anni di questo secolo un caffè concerto, mantenendo così inalterato il carattere di ritrovo cittadino che sempre ha contraddistinto questa piazza.
Nella prima metà di questo secolo proprio per il suo importante ruolo pubblico la piazza ha conosciuto nuove trasformazioni, tra queste la sistemazione del Monumento ai caduti dello scultore Silvio Canevari. Un'opera questa che guardando alla statuaria classica commemora i cittadini caduti per la patria durante il primo conflitto mondiale.
In quegli stessi anni veniva costruita, sull'area un tempo appartenuta al convento francescano, la sede dell'organizzazione giovanile fascista frutto di una difficile collaborazione tra gli architetti G. Michelucci e R. Fagnoni, quest'ultimo incaricato del contemporaneo restauro dell'edificio di culto.
Nel corso dei secoli la piazza, che ancora oggi è sistemata a giardino pubblico, ha cambiato più volte nome tanto che i pistoiesi continuano a chiamarla in modi diversi. Nel XIII secolo era detta Pratum Comunis, al tempo della dominazione francese fu detta Foro Buonaparte, sul finire del XIX secolo fu intitolata a Giuseppe Mazzini mentre nel 1926, anno della celebrazione francescana, fu come altre volte nei secoli passati, dedicata a San Francesco.
Sei del posto? Cosa ne pensi di Piazza San Francesco?
Loggati per suggerirlo!