Il broletto (dal latino brolo, cortile o campo recintato) o arengario si identifica nelle città lombarde, a partire dall'XI secolo, come un’area recintata dove si solevano svolgere le assemblee cittadine e dove si amministrava la giustizia. In seguito il termine venne usato per identificare il palazzo dei consoli, del podestà e genericamente il palazzo municipale.
Il Broletto di Pavia risale al XII secolo. Venne eretto, secondo la tradizione, per volere del vescovo San Damiano, che lo elesse a sede vescovile, anche se l'edificio divenne, in seguito a numerose modifiche, sede del potere temporale, in qualità di palazzo comunale.
Sopra un'area che ospitava costruzioni o almeno resti di insediamenti romani, come testimoniato da alcune pavimentazioni riportate alla luce durante gli scavi, venne edificato il palatium Novum, sede del Comune. Prima sorse l'ala sud dell'edificio, seguita immediatamente da quella est.
La parte più antica è verosimilmente il basamento, che presenta un portico sorretto da arcate a sesto acuto; la parte superiore invece, di gusto rinascimentale, ospita una loggia a doppio ordine, sulla quale si apre una sala che un tempo veniva adoperata per le adunanze (ossia il brolo che in seguito ha dato nome all’intera costruzione)
L'impianto dell'edificio, che era in un primo tempo a ferro di cavallo, venne modificato alla fine del XIII secolo dalla costruzione delle absidi del Duomo ad ovest, l'aggiunta delle quali creò l'impianto a forma di quadrilatero intorno alla corte interna. L'orologio che orna la facciata, di origine più recente del resto dell’edificio, risale al 1872, quando alla cappella della Madonna si sostituisce il coronamento mistilineo.
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