Il monastero di Santa Maria Teodote, detto anche di Santa Maria della Pusterla, fu uno dei più antichi e importanti monasteri femminili di Pavia. Fondato nel VII secolo, sorgeva nel luogo ove oggi si trova il seminario diocesano e fu soppresso nel XVIII secolo.
Fu fondato nel VII secolo, durante il regno del re longobardo Cuniperto, dal nobile Gregorio, probabilmente di stirpe romanica e ospitava una cappella (od oratorio) intitolata a San Michele, l'angelo guerriero particolarmente venerato dai Longobardi. Il monastero era detto "della Pusterla" a causa della prossimità di una piccola porta della città o "di Teodote" perché legato alle vicende dell'amante di re Cuniperto, che fu accolta nel monastero; è stato tuttavia anche ipotizzato che lo stesso sovrano lo abbia fondato proprio per rinchiudervi la giovane.
Come gli altri antichi monasteri pavesi, ebbe grande prosperità nell'epoca in cui Pavia fu capitale: ricevette ampie donazioni e privilegi, anche da parte di numerosi re e imperatori da Lotario I (833) fino a Federico I. Aveva terre a Borgo San Donnino, a Villanova d'Ardenghi e soprattutto a Zenevredo, nell'Oltrepò Pavese, dove univa alla proprietà fondiaria dell'intero territorio la signoria feudale, che durarono entrambe dal Medioevo fino alla fine del XVIII secolo. Il paese stesso era detto perciò "Zenevredo della Pusterla".
Il monastero, che era un'abbazia benedettina, nel 1473 fu unito alla congregazione cassinese. Nel 1778 vi dimoravano ben quarantatré monache, ma nel 1799, come gli altri grandi monasteri della città, fu soppresso dalle istituzioni della Repubblica Cisalpina e i suoi beni incamerati. A differenza però degli altri monasteri, ritornò ben presto a un utilizzo religioso, in quanto vi fu collocato il seminario vescovile, che ancora vi ha sede. Per questo è forse il meglio conservato degli antichi monasteri cittadini.
Dall'oratorio longobardo, perduto come l'intero complesso altomedievale, provengono i Plutei di Teodote, tra i più alti esemplari di scultura longobarda pervenuti fino ai nostri giorni.
Il monastero si trova in Via Menocchio, di fronte allo sbocco di via della Pusterla, accanto a quanto rimane di un altro importante cenobio, quello di San Bartolomeo in Strada. L'ampio chiostro, quattrocentesco e in parte più antico, è arioso ed elegante, con ampie arcate sorrette da sottili colonne di marmo. Tra gli archi si vedono i tondi a forma di conchiglia, con busti di monache oranti; varie decorazioni in cotto ornano gli archi e i portali. La chiesa principale, che si apre verso la strada, è del 1604.
Molto graziosa la chiesetta del Salvatore, anch'essa quattrocentesca, a croce greca, con cupolette centrale e angolari, coperte come le pareti di affreschi di Bernardino de' Rossi.
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