Il monastero di San Salvatore fu un antico e potente monastero di Pavia. Esso sorgeva presso l'attuale chiesa di San Salvatore, comunemente detta di San Mauro, in via della Riviera, e si estendeva nell'area oggi occupata dalla caserma del Genio militare. La chiesa fu fondata nel 657 dal re longobardo Ariperto I, probabilmente per celebrare la definitiva conversione dei Longobardi al cattolicesimo (Historia Langobardorum, IV 48); vi operarono i monaci di san Colombano di Bobbio che gestivano altri monasteri e chiese sia a Pavia che nei dintorni, come il monastero di San Pietro in Ciel d'Oro. In essa furono seppelliti lo stesso Ariberto, il figlio Pertarito (il cui sepolcro ancora vi si trova) e il figlio di Pertarito Cunincperto.
Forse presto alla chiesa venne unito un monastero maschile, ma solo nel X secolo esso assurse a grande rinomanza, per impulso di san Maiolo di Cluny e dell'imperatrice Adelaide. Quest'ultima fu larghissima nel dotare il monastero di rendite terriere, che si trasformarono presto in vera signoria feudale: le corti regie di Corana e Corteolona, Monticelli Pavese, Valeggio, Garlasco, Borgo San Siro, Fresonara, Pasturana, Novi Ligure sono solo alcuni dei luoghi (situati per lo più nelle province di Pavia e Alessandria) che formarono, in parte fino al XVIII secolo, la principesca dotazione di questo monastero. Esso ebbe sempre la qualifica di abbazia e dipendeva direttamente dal papa. Successivi re e imperatori (Ottone II, Arduino, Enrico II, Corrado II, Enrico IV e Federico I) continueranno a confermare e ampliare le prerogative del monastero. Pur essendo fin dalle origini legato all'ambito cluniacense, non dipendeva dall'abbazia di Cluny.
L'edificio si trovava su una strada importantissima, che attraverso il porto di Santa Sofia proseguiva per la Lomellina, e costituiva un tratto della via Francigena. L'edificio era a sua volta tanto confortevole che fu spesso scelto per dare ospitalità a papi e imperatori. Fu anche sede provvisoria dell'amministrazione regia, quando i pavesi nel 1024 distrussero il palazzo reale situato in città.
Il monastero di San Salvatore, legato fin dalle origini ai sovrani longobardi e italici e agli imperatori, declinò insieme all'influenza di questi ultimi in Italia; così, sotto la pressione dei Comuni e delle Signorie, perse temporaneamente o definitivamente molte delle signorie feudali e dei beni terrieri.
Nel 1446 il papa Eugenio IV unì il monastero di San Salvatore alla congregazione cassinese di Santa Giustina in Padova. La chiesa fu ricostruita tra il 1497 e il 1511 in forme tardo-gotiche o protorinascimentali (su progetto forse di Giovanni Antonio Amadeo). Nel 1782 il monastero fu soppresso, e nel 1860 al suo posto venne installata una caserma dei pontieri. La chiesa stessa allora fu sconsacrata, per essere riaperta al culto il 21 marzo 1901 come parrocchia del Santissimo Salvatore (o San Mauro).
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