La camera affrescata dal Correggio costituiva la parte più preziosa dell’appartamento privato della Badessa, in origine composto da sei locali, di cui solo questa stanza insieme a quella attigua dipinta dal pittore parmigiano Alessandro Araldi nel 1514 erano probabilmente destinate ad una funzione pubblica. L’attuale percorso di visita ricostruisce la struttura dell’appartamento attraversando anche il vano dell’antico refettorio del Monastero, poi trasformato in cappella, in cui sono esposti una serie di affreschi staccati dei secoli XV e XVI e uno splendido coro ligneo seicentesco.
Nelle tre stanze iniziali si trovano, invece, a partire dall’ ingresso, una grande tela di Alessandro Araldi (1516) che riproduce il Cenacolo di Leonardo da Vinci, di cui seguono nelle sale successive una esposizione di maioliche cinquecentesche di varia provenienza e una serie di incisioni e acquerelli realizzati dalla Scuola di Incisione di Paolo Toschi che riproducono gli affreschi del Correggio. Oltrepassato il refettorio, si accede ad una stanza quasi perfettamente quadrata attigua a quella del Correggio, il cui soffitto fu affrescato nel 1514 dal pittore parmense Alessandro Araldi (1460 ca.-1527).
Il pittore parmigiano elabora il soffitto con un elegante intreccio di ornati a grisaille su fondo blu, inserendo al centro una balaustra aperta sul cielo, dalla quale si affacciano putti musicanti, una soluzione evidentemente memore della Camera degli Sposi di Mantegna a Mantova. Tutto il programma della volta è giocato sull’alternanza di episodi tratti dal mito o dalla storia antica e scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, in un continuo, e talvolta per noi ancora oscuro, gioco di rimandi reciproci.
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