Circa due mesi dopo il suo arrivo a Padova Francesco Petrarca, per intervento di Jacopo II e con la mediazione di Ildebrandino Conti, disponeva di una casa tranquilla, adatta alla conversazione e agli studi, con un piccolo orto e un pozzo d'acqua fresca.
Era una casa di proprieta della Cattedrale, che veniva ceduta a vita al poeta e che alla sua morte sarebbe ritornata ai canonici. Si estendeva su due piani: al piano terra si trovavano quattro camere, due caneve, una corte, una stalla per i cavalli, un'altra corte per le galline e un bellissimo pozzo. Al piano superiore c'erano altre quattro camere, tre depositi per vivande e cereali, lo studio e lo studiolo del poeta. Si trovava a sud e non a nord della Cattedrale, come fu creduto e come risulta dalla lapide apposta sul transetto esterno del duomo.
Nel 1553, in occasione dei lavori per il nuovo coro della cattedrale, furono demoliti la facciata e lo studio del Petrarca, per lasciare posto alla strada. Varie modifiche vennero apportate successivamente. Nel 1975 al suo interno sono stati rinvenuti alcuni affreschi, assegnabili al secolo XIII, quale ornamento di una grande sala rettangolare. Le decorazioni, di colore rosso, sulla parete nord rappresentano un fregio con una foglia di palma alternata ad uno stelo di giglio, mentre nel registro superiore è raffigurata una cinta muraria scandita da tre torri; in alcuni lacerti pittorici della parte bassa e possibile intravedere una coppia di Centauri e particolari appartenenti ad un cavallo col cavaliere. Sulla parete est ricorre lo stesso motivo vegetale, con inversione dei colori e l'aggiunta della mezza ruota.
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