La denominazione di Piazza Sordello è abbastanza recente. Fu, probabilmente, proprio in una notte d’estate di un più prossimo 1867 che un imprecisato e arguto rappresentante del Consiglio Comunale di allora si fece balenare un’idea, come un lampo di temporale nella testa accaldata. E grazie a questo lampo l’antica Piazza San Pietro divenne così, d’improvviso, Piazza Sordello. Tuttavia pare che tra le motivazioni che portarono a questo cambiamento ci fosse proprio l’ipotesi che su tale imponente slargo si affacciasse il Palazzo del poeta di cui, in realtà, non conosciamo nemmeno la casata d’origine e di cui restano inattendibili persino i dati anagrafici. Eppure qualche debole indizio c’era. Il Volta, insigne storico mantovano (1751-1823), rileggendo distrattamente i "Fioretti" del Gionta, aveva affermato che Feltrino Gonzaga, nel 1352, presa la decisione di adeguare la cinta muraria cittadina, avesse raso al suolo numerosi edifici, tra i quali la torre e il Palazzo che Sordello aveva costruito, nel 1222, su piazza san Pietro. Tanto bastò perché la piazza cambiasse nome. Nei fatti nessuna notizia certa esiste su questo presunto edificio.
Esisteva sicuramente, in ogni modo, nella piazza, un palazzo con tanto di torre, oggi scomparso, anzi, a dire il vero, ne esisteva più di uno: in questo enorme spazio si stagliava addirittura un intero quartiere, con tanto di chiese, strade e slarghi, il nucleo più antico della vecchia città di Mantova, nucleo che conserverà a lungo la denominazione di “civitas vetus” cioè “città vecchia” prima etrusca e poi romana. Era qui dunque, nel punto più alto della vasta zona acquitrinosa su cui fu fondata la città, che sorgeva la sua essenza eccellente. Ma, risalendo ancora più indietro nel tempo, non c’era, in origine, neppure la piazza maestosa che osserviamo oggi: la Piazza è un invenzione dei Gonzaga. Esisteva lì prima una serie di edifici, magari nemmeno allineati, un intrico di viuzze strette e buie, e poi chiese, tante quante la nostra stessa fantasia non riesce ad immaginare. Domenico Morone, nel suo famoso dipinto conservato a Palazzo Ducale, ci rappresenta, nel 1494, un’immagine fedele dello spiazzo quale si presentava alla fine del Quattrocento: non è questa tuttavia la forma che esso aveva in origine, nonostante il dipinto ci tramandi memoria di una sistemazione che rimarrà stabile nel tempo. L'unica e inaudita perdita visibile è quella della facciata del Duomo lì documentata, una facciata tardogotica, splendida, preziosa, un ricamo dei Dalle Masegne elevato con sapienza tra il 1399 e il 1401. Erano questi gli anni gloriosi di Francesco Gonzaga il principe costruttore. Ma sul quartiere altre cose erano accadute prima. Precedentemente al 1303 erano state abbattute alcuni edifici prossimi alla Magna Domus dei Bonacolsi e al contiguo Palazzo del Capitano per creare l'antistante Piazza del Capitano. L’adiacente sagrato di san Pietro era ancora di dimensione modeste. Un progressivo lavoro di abbattimento di più antichi edifici, era tuttavia, già decollato e sarebbe culminato con l’intervento di Francesco II che incise, col vuoto, il segno e il simbolo di un progetto urbano dei Gonzaga.
Piazza Sordello, dunque, deriva in sostanza da un lavoro di scardinamento di quanto rimaneva dell’assetto dell’antica città (c. 800-1115) o forse, per meglio dire, della Domus ecclesiae, un quartiere cresciuto sul potere feudale dei vescovi e delle famiglie a questi legati. Un quartiere che, dopo la morte di Matilde di Canossa, aveva perso il ruolo di dominio esercitato da sempre sulla città. Altre espressioni politiche cercavano spazio, nascevano poteri alternativi e, di conseguenza, piazze più estese, più razionali e funzionali al protagonismo di un ceto mercantile aggressivo e guerriero, sostenuto anche da nuovi fattori demografici ed economici. Così, quando la città comunale (1115 – 1272) esprimerà la propria vitalità, non ci sarà più un solo centro: si realizzerà, per schematizzare, accanto all'antica piazza San Pietro, luogo religioso, legato alla tradizione del potere dei vescovi, la piazza civile, nuovo spazio amministrativo decisionale, la Piazza Erbe/Broletto nata per effetto della crescita del comune cittadino. Fu poi la protosignoria dei Bonacolsi (1272 – 1328) a spostare ancora le cose: i nuovi signori si insediavano nella prestigiosa e antica sede del potere, in piazza San Pietro, e ne riproponevano la centralità come espressione della nuova autorità. La situazione creata dai Bonacolsi fu continuata dai Gonzaga che si impadronirono di tutte le proprietà dei precedenti signori e che, sulla cittadella da loro fortificata, insediarono il perno della “città del principe”, distinta e separata dalla “città dei sudditi”.
Sparivano allora alcune delle numerose chiese di cui si accennava e che affastellavano l'antico spazio: spariva Santa Maria Capo di Bove per dar posto al castello di san Giorgio, spariva, in mezzo all’attuale piazza, un intero quartiere che ruotava intorno a Santa Maria Mater Domini, la chiesa di Santa Croce veniva inglobata all’interno della residenza dei nuovi signori che davano continuità anche formale alla facciata della Magna domus e al Palazzo del Capitano.
Così Piazza san Pietro - ora Piazza Sordello - ridiveniva con i Gonzaga il cuore del potere politico della città, un luogo che avrebbe consegnato alla storia un segno indelebile di civiltà e che sarebbe rimasto da allora per i Mantovani luogo della memoria di irripetibili stagioni di storia e di arte.
Sei del posto? Cosa ne pensi di Piazza Sordello?
Loggati per suggerirlo!