Taormina: cosa vedere

Teatro Greco-Romano

Il primo impianto risale al periodo greco, probabilmente al III secolo a.C.: ad esso appartengono alcuni tratti di muratura in blocchi squadrati ancora visibili sotto la scena, alcune iscrizioni greche sui sedili di calcare della cavea ed il basamento di un piccolo tempietto sul belvedere soprastante la cavea. Nella prima metà del II Secolo a.C., i Romani ristrutturarono ed ampliarono il teatro (era per grandezza il secondo teatro della Sicilia dopo quello di Siracusa). La cavea constava di nove cunei, o settori, di gradinate; ai posti delle file superiori si accedeva dall’esterno si accedeva attraverso una rampa, da ovest, e una scala, da est. Il muro di fondo alla sommità della cavea è caratterizzato da un’alternanza di nicchie semicircolari e rettangolari, originariamente arricchite da una sequenza di colonne di granito. Posteriormente a questo muro correva un doppio portico con copertura a volta il cui muro di fondo verso l’esterno è scandito da una serie di arcate, impostate su grandi pilastri, ricostruite per un tratto (erano in totale 46). La scena del tipo orientale, frequente in Grecia e Asia Minore ma rara in Occidente presentava un fronte (scaenae frons) decorato da un doppio ordine di colonne corinzie in cui si aprivano tre grandi porte fiancheggiate da nicchie semicircolari e rettilinee; le colonne ora visibili sono state collocate impropriamente da un infedele intervento di restauro condotto intorno al 1860. Le grandi aperture della scena inquadravano ed "inserivano" nello spettacolo il grandioso panorama della costa con la mole dell’Etna sullo sfondo. Ai lati occidentale e orientale della scena si sviluppavano due ampie e grandiose sale voltate (versurae) per l’afflusso del pubblico.In avanzata e tarda età imperiale romana l’abbandono delle rappresentazioni sceniche a favore di combattimenti  tra gladiatori o con bestie feroci (venationes) comportò la trasformazione del teatro in anfiteatro; l’orchestra si mutò infatti in arena attraverso la sostituzione delle gradinate dell’ordine inferiore con un corridoio voltato da cui si raggiungeva un locale ipogeico; al centro dell’arena erano collocate attrezzature e “macchine” per lo spettacolo e forse le stesse gabbie delle belve. Ad una fase assai tarda risale la realizzazione del portico retrostante la scena (porticus post scaenam). In età medievale parte del teatro (l'edificio scenico e le due grandi sale laterali) venne riutilizzato come residenza palaziale. Oggi, dopo essere stato restaurato, vene utilizzato per varie rappresentazioni sceniche.
  • Indirizzo: Via Teatro Greco - Taormina (ME)

Cattedrale di San Nicola

La Chiesa fu costruita intorno al secolo XIII, sull’area e le vestigia di una precedente basilica medievale, e fu intitolata a San Nicola di Bari; successivamente il Duomo fu riedificato nel corso dei secoli XV e XVI e rimaneggiato ancora nel Settecento. Sulla facciata, tra due monofore quattrocentesche ad arcatura ogivale archivoltata, troviamo il bellissimo portale maggiore, che fu ricostruito nel 1636, per decisione dei Giurati di quel tempo (gli amministratori locali), come risulta dalla lapide posta sopra il portale. Il portale principale ha due colonne scanalate in stile corinzio poggianti su alte basi e sopra l’architrave c’è un frontone spezzato; sopra i capitelli delle colonne fanno capolino le facce di due angeli. Gli stipiti, che recano scolpite undici figure per lato, sono quelli originali del portale più antico. Questi ventidue personaggi rappresentano san Paolo (le chiavi), san Pietro (la spada della Fede) il re Davide (la cetra), i quattro evangelisti nei loro caratteristici simboli: il Leone (san Marco), l’Aquila (san Giovanni), il Vitello (Luca) e l’Angelo (Matteo). L’identificazione degli altri Santi e Apostoli non è sempre così semplice ed evidente. Le due figure in alto, vale a dire, i due vescovi nell’atto di benedire con mitra e pastorale (le sole ad essere intere ed in posizione assisa, mentre tutte le altre sono a mezzo busto, dentro medaglioni) sono San Nicola, il santo titolare della chiesa e san Pancrazio, il santo patrono della città. I portali delle facciate laterali, ad est e ad ovest, appartengono ad epoche diverse. Quello rivolto ad oriente è della prima metà del XVI secolo, quello ad occidente, dirimpetto al Municipio, interamente bordato di nera lava, della seconda metà del 1400. Su ciascuno stipite si vedono bassorilievi raffiguranti la vite (simbolo di Cristo). Sull’architrave, in pietra calcarea taorminese, fra San Pietro e San Paolo, c’è la figura di Gesù Cristo benedicente, il Pantocratore. La Basilica è ornata di ben tre rosoni in pietra di Siracusa traforata, posti rispettivamente sul prospetto principale e sulle due facciate laterali di est ed ovest, e risultano stilisticamente affini nel loro rinascimentale disegno architettonico. Il carattere medievale della chiesa-fortezza, “ecclesia munita” dell’età feudale, oltre che dalla severità architettonica esterna -di cui è elemento tangibile la merlatura che corona tutta la costruzione- è rivelato anche dall’imponente torre-bastione, sul quale nel 1750 furono collocate le campane. L’interno è quello di una chiesa a croce latina con tre navate e tre absidi. La navata centrale è sostenuta da sei colonne, tre per lato, su cui poggiano quattro arcate per lato; di queste sei colonne di marmo rosa di Taormina, quattro sono monolitiche, cioè ricavate da un solo blocco di marmo e sembrano provenire tutte dal teatro Greco di Taormina. La navata centrale e il transetto, il braccio corto della croce latina, sono coperti con soffitti di legno lavorato, le cui travi hanno mensole intagliate che riproducono motivi tradizionali arabi, interpretati con gusto gotico. Degne di menzione sono le due cappelle poste ai lati dell’altare maggiore: quella di sinistra, del Sacramento, della fine del ‘600, è in stile barocco; quella di destra, della Madonna delle Grazie, fu invece ricostruita nel 1747 con il reimpiego delle strutture gotiche provenienti dalla demolizione di una cappella della chiesa di san Pietro di Taormina. Varie statue e dipinti ornano le pareti della chiesa, tra cui il polittico di Antonello de Saliba (nipote del più noto Antonello da Messina) datato 1504. Dal 1945 al 1948, il Duomo fu integralmente restaurato dall’architetto napoletano Armando Dillon, che volle rimettere in luce le primitive strutture delle arcate dell’abside, occultate da stucchi barocchi. Il monumentale restauro, che ha anche ripristinato le coperture a terrazzo sulle navate laterali, oltre a consolidare tutta la struttura della fabbrica dell’edificio sacro, ha saputo sapientemente rimettere in luce la bellezza architettonica originaria.
  • Indirizzo: Piazza Duomo - Taormina (ME)

Chiesa di San Pancrazio

Poco prima di Porta Messina, nel Largo di Giove Serapide, si trova la Chiesa di San Pancrazio, costruita sulle rovine di un antico tempio greco dedicato a Giove Serapide; in epoca bizantina (VI – XI sec.) il tempio divenne una chiesa e parti dei muri della cella furono integrati nella nuova costruzione. L’attuale costruzione risale alla seconda metà del 1600 (quando la chiesa preesistente fu rinnovata e ingrandita) ed è in stile barocco. La facciata principale della chiesa presenta un portale monumentale in pietra di Taormina, affiancato da 4 colonne in stile ionico: tra le due colonne di destra si trova la statua di San Procopio (vescovo di Taormina martirizzato durante la conquista araba della città), tra le due colonne di sinistra si trova la statua di San Pancrazio (primo vescovo di Taormina e santo patrono della città). All’interno la chiesa è ad un’unica navata e presenta una pavimentazione e 4 altari minori laterali in marmi policromi di Taormina; sugli altari pendono alcune tele settecentesche attribuite a Ludovico Suiretch. L’altare maggiore, anch’esso in marmi policromi, è riccamente decorato con intarsi, in cima all’altare 8 angeli (4 per lato) reggono i simboli del cristianesimo e della carica vescovile, al centro è rappresentato il busto di Dio benedicente, che s’erge tra le nuvole, sotto la figura di Dio è rappresentata la Madonna col Bambino. Ai lati dell’altare maggiore due affreschi rappresentano rispettivamente il martirio di San Pancrazio (a destra) e l’arrivo di San Pancrazio a Naxos ed il conseguente avvento del cristianesimo (simboleggiato dalle colonne pagane spezzate) (a sinistra). Dietro l’altare maggiore si trova la ottocentesca statua in cartapesta e oro del Santo Patrono, che viene portata in processione in occasione della festa patronale il 9 luglio.
  • Indirizzo: Piazza San Pancrazio - Taormina (ME)

Palazzo Corvaja

La costruzione si trova nel luogo in cui sorgeva l’agorà greca, divenuta poi foro romano; era il luogo in cui si svolgeva la vita pubblica nel periodo greco romano. Nel periodo arabo il luogo assunse funzione difensiva e fu costruito il primo nucleo del palazzo, la torre cubica all’interno della corte (XI sec.,), probabilmente rimaneggiata in seguito dai Normanni. L’edificio fu poi ampliato tra i secoli XIII e XV secolo assumendo la conformazione attuale, nel quale si può notare la matrice araba mischiata ad influenze normanne, gotiche, catalane e chiaramontane (gotico siciliano). L’ala destra del palazzo, la più imponente, è databile al primo decennio del 1400 quando viene realizzata la cosiddetta “sala del Parlamento”, dove nel 1411 Bianca di Navarra, reggente dopo la morte del marito, riunì il parlamento siciliano per eleggere il nuovo re di Sicilia. Il palazzo, dal 1538 al 1945, entra a far parte del patrimonio della famiglia Corvaja di cui ancora mantiene il nome. A seguito degli avvenimenti bellici e dopo un periodo d’abbandono, l’edifico viene restaurato dall’architetto Armando Dillon, che gli restituisce l’antica bellezza dello stile gotico fiorito siciliano. Il nome dell’architetto, si legge sulla colonna alla base della scala, nella corte interna insieme alla data, 1946. Sulla facciata si possono ammirare diverse incisioni che evidenziano le scelte morali e religiose dei signori che abitarono il palazzo: DEUS DILIGERE PRUDENTIA EST A EUM ADORARI JUSTITIA (Nell'amare Iddio sta la prudenza nell'adorarlo la giustizia) PAR DOMINUS E COELO SED MINORI DOMINO (Una casa come questa discende dal cielo ma sotto un signore minore di Dio) NULLIS IN ADVERBIS AB EO ABSTAHI FORTITUDO EST NULLIS ELLECEBRIS EMOLIRI TEMPERANTIA EST ET IN HIS SUNT ACTUS VIRTUTUM (Nel non scostarsi da Lui in ogni avversità la fortezza in non lasciarsi vincere dalle seduzioni del piacere la temperanza ed in queste cose si trovano gli atti delle virtù) ESTO MIHI LOCU REFUGII (Questo mi sia luogo di asilo). Queste iscrizioni si riferiscono alle quattro virtù morali che debbono essere possedute dal signore: Fede, Giustizia, Fortezza, Temperanza. Si trovano sul lato sud-est e quello nord-est del palazzo. Oggi Palazzo Corvaja ospita il Museo Siciliano di Arte e Tradizioni Popolari ed anche l'ufficio informazioni turistiche.
  • Indirizzo: Piazza Santa Caterina - Taormina (ME)

Terme romane

Nei pressi della Caserma dei Carabinieri si trovano le terme romane (I – II secolo d.C.). È un complesso molto importante per grandezza, con tre grandi ambienti affiancati, in struttura laterizia dove erano presenti il frigidarium (la vasca per i bagni freddi); il tepidarium e il calidarium per i bagni tiepidi e caldi. Il pavimento ad “ipocausto” serviva a veicolare l’aria calda, ottenuta da fuochi accesi sotto di esso. Gli ambienti erano in numero maggiore e risultano inglobati nelle abitazioni sorte nell’area e che fanno parte della zona detta la “Zecca”.
  • Indirizzo: Vico Zecca - Taormina (ME)

Chiesa di Santa Caterina D’Alessandria

La Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria d'Egitto sorge sulle rovine dell'Odeon, costruito a sua volta sui resti di un tempio greco dedicato probabilmente ad Afrodite. La chiesa in stile barocco fu costruita nella prima metà del 1600. Il portale è in marmo rosa di Taormina, mentre tutte le aperture della facciata sono realizzate in pietra di Siracusa. Al centro della facciata, sopra il portale, è collocata in una nicchia la statua di Santa Caterina scolpita nell'anno 1705 ad opera di Paolo Greco. L’interno della chiesa è ad una sola navata; a destra su di una colonna è posta la statua in marmo di Santa Caterina risalente al 1493, questa statua si trovava prima nell’antica chiesa di S. Caterina fuori le mura, l'attuale chiesa dei Cappuccini. L’altare maggiore nella parte inferiore è decorato in marmi policromi di Taormina, mentre quella superiore in legno intarsiato e pitturato, secondo la tradizione delle “Pale d’Altare”, raffiguranti Madonne e Santi, ed è originale del 600. Sotto il pavimento si trova una cripta, rinvenuta durante il restauro avvenuto negli anni '70, in cui anticamente venivano sepolte le persone importanti. Il restauro ha portato anche alla luce, nel lato destro della chiesa, i ruderi di muri e di acciottolato di epoca greco-romana che sono stati recintati da una ringhiera in ferro battuto. Rimasta per circa 40 anni in stato di precarietà e chiusa, la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria è stata restaurata e riaperta al culto il 25 novembre del 1977.
  • Indirizzo: Corso Umberto - Taormina (ME)

Villa Comunale

La villa era originariamente abitata da Lady Florence Trevelyan, una nobildonna scozzese che abbandonò il proprio paese dopo aver avuto una relazione con l'erede al trono d'Inghilterra Edoardo VII. Arrivata a Taormina nel 1884 Lady Trevelyan si sposò col sindaco prof. Salvatore Cacciola, il quale fece edificare proprio per lei la villa. Il giardino divenne di proprietà del comune a partire dal 1922 e all'interno ancora oggi si possono ammirare delle particolari costruzioni fatte edificare da Lady Trevelyan a scopo ornamentale, chiamate "victorian follies".
  • Indirizzo: Via Bagnoli Croce - Taormina (ME)

Chiesa di Sant’Agostino

La struttura, che dal punto di vista architettonico si ispira allo stile tardo - gotico siciliano, è costituita dalla chiesa fatta edificare nel 1486 dai taorminesi in onore di S. Sebastiano e dal convento costruito dai frati agostiniani nell’anno 1530. All’esterno si può ammirare l’elegante campanile che ha la forma di una piccola torre merlata ed il portale costituito da una grande architrave in marmo di Taormina che, nel 1700, sostituì quello originale in stile gotico. L’intera struttura fu espropriata ed acquisita al patrimonio comunale dopo l’unità d’Italia. Nell’anno 1933 la Chiesa divenne sede della Biblioteca per ospitare il patrimonio librario degli ex conventi di S. Agostino, S. Domenico e parte di quello dei Cappuccini. Nel corso degli anni il Convento ebbe invece diverse destinazioni. Nel 1981 l’intero edificio venne restaurato e dal 1985 viene utilizzato come Biblioteca e sala polivalente.
  • Indirizzo: Piazza IX Aprile - Taormina (ME)

Chiesa di San Giuseppe

La chiesa di San Giuseppe troneggia maestosa in piazza IX Aprile, accanto alla torre dell’orologio, in cui si apriva la porta della terza cinta muraria ancora esistente. La chiesa, costruita nella seconda metà del 1600, è di chiaro stile barocco. Una maestosa scala a doppia rampa immette sul Sagrato della chiesa, e sia le scale che il pianerottolo antistante la chiesa sono recintati con una magnifica balaustra in pietra di Siracusa lavorata. Questa è l’unica scala monumentale a doppia rampa che si ammira a Taormina, ed essa, assieme alla facciata della chiesa crea una scenografia di piena epoca barocca. Il monumentale portale principale è fatto con marmi di Taormina di diversa varietà, bianco negli stipiti ed architrave, grigio e rosa nelle altre parti decorative; ai lati ci sono due colonne con capitelli di stile jonico, poggianti su alte basi. Sopra il portale c’è un semiarco spezzato, sopra il quale c’è un teschio con tibie incrociate. In alto, in una nicchia, c’è una grande statua marmorea di Cristo Re, con la mano destra alzata e benedicente e con la sinistra che regge una grande Croce; ai suoi piedi c’è la scritta: “Christus regnat”. Al colmo della facciata, un altro teschio con tibie incrociate è sovrastato da una piccola croce di ferro. I due spioventi della facciata sono decorati da due vasi con fiamme e da un busto di figura umana in mezzo alle fiamme, mentre fiamme sono simboleggiate in cima all’edicola che mostra il teschio sopra il portale principale. Tutti questi simboli ignivomi e fiammeggianti sono dovuti al fatto che la chiesa era la sede della “Confraternita delle anime del Purgatorio”, e le fiamme significano la purificazione delle anime del Purgatorio, il cui etimo significa purgarsi, pulirsi, mondarsi e purificarsi dei peccati. All’interno, la chiesa è a una sola navata con un transetto che ha al suo centro una cupola, nel cui centro è raffigurata la colomba dello Spirito Santo, mentre tutt’intorno c’è un affresco che rappresenta San Giovanni Bosco bambino fra la Madonna e Gesù. Le pareti della chiesa sono decorate con stucchi che riproducono motivi floreali e teste di angeli alate, per cui esse risultano troppo cariche ed ossessionanti, secondo la simbologia dell’arte barocca; vi sono pure dei dipinti che raffigurano i profeti e fatti evangelici. Sul pavimento c’è una grande lapide rettangolare tutta intarsiata con marmo bianco e nero, che reca al centro una figura umana fra le fiamme, il solito motivo allegorico; si tratta dell’apertura dell’ossario comune che ogni chiesa aveva per seppellire i morti. L’altare maggiore della chiesa è decorato coi policromi marmi di Taormina e sul frontale sotto il tabernacolo c’è intarsiata la figura della Madonna che si erge sopra le anime del Purgatorio, rappresentante come figure umane a mezzo busto in mezzo alle fiamme.
  • Indirizzo: Piazza IX Aprile - Taormina (ME)

Porta di Mezzo - Torre dell’orologio

Funge da porta d’accesso alla parte della città che viene definita borgo quattrocentesco. Risalente al XII secolo, la torre fu rasa al suolo nel 1676, durante l'invasione francese, ad opera delle truppe di Luigi XIV. La torre che si vede ancora oggi è una ricostruzione del 1679, voluta dai taorminesi, che in quell’occasione fecero collocare anche il grande orologio, da cui prende il nome. Studi recenti fanno presumere che la prima torre fu eretta sui resti di una più antica costruzione muraria difensiva, risalente all'epoca dell'origine della città e, cioè, intorno al IV secolo a.C.. Una particolarità sta nel fatto che le campane della Torre vengono suonate a festa il giorno dell'elezione del sindaco ed in occasione della processione nel giorno della festa del Patrono San Pancrazio che ricorre il 9 luglio.
  • Indirizzo: Piazza IX Aprile - Taormina (ME)

Fontana della Centauressa

Nel 1635, per desiderio degli amministratori del tempo, nella piazza antistante il Duomo fu costruita una fontana realizzata in stile barocco che prende il nome "4 fontane" dalle quattro piccole colonne che si trovano ai quattro angoli del corpo centrale e che sono sormontate da quattro cavallucci marini dalla cui bocca usciva l'acqua che finiva nelle vaschette sottostanti. (Oggi solo un cavalluccio è ancora funzionante). In realtà la fontana vera e propria è costituita dal corpo centrale, formata da due vasche, la più piccola delle quali sul bordo esterno porta incisi i nomi degli amministratori della città che ne ordinarono la costruzione: Vincenzo Spuches - Vincenzo Cacopardo - Geronimo Mena - Cesare Cipolla. Al centro della stessa vasca un piedistallo sorregge una Centauressa con in testa la corona che nella mano destra stringe lo scettro e nella mano sinistra il globo.
  • Indirizzo: Piazza Duomo - Taormina (ME)

Palazzo Duchi di Santo Stefano

Costruito tra la metà del XIII secolo e l'inizio del XIV, l'edificio era parte integrante della cinta muraria medievale del centro taorminese. Nel palazzo sono facilmente individuabili le caratteristiche edilizie del Medioevo siciliano, che consistono in una mescolanza di stili, dal gotico al normanno dal catalano all'arabo. Il monumento si affaccia su un piccolo ma suggestivo giardino, ricco di piante e palmizi e nel quale si può trovare ancora oggi un piccolo pozzo per la raccolta dell'acqua piovana. Da qui si può notare la struttura del palazzo, realizzato interamente in pietra e che mostra dei grandi blocchi squadrati nella parte inferiore. Al primo piano si susseguono una serie di bifore molto semplici ma molto eleganti. Molto più complesse e pregevoli sono le bifore che si trovano al secondo piano. Queste infatti presentano degli archi trilobati, cioè una sorta di merletto a tre lobi a destra e a sinistra della colonna. Sotto l'arco a sesto acuto troviamo un rosone al cui interno è inscritta una stella a sei punte. La vera particolarità del monumento è comunque data dalla cornice bicroma che si trova nella sommità dell'edificio. Questo palazzo fu la residenza della famiglia dei De Spuches, principi di Galati, duchi di S. Stefano, venuti a Taormina dalla Spagna. Durante i bombardamenti del 9 luglio 1943 il Palazzo venne quasi interamente distrutto e ricostruito poi a cura della Sovrintendenza alle Belle Arti di Catania secondo lo stile e la configurazione originali. L'edificio è oggi sede della Fondazione G. Mazzullo. Numerose opere dell'artista di Graniti sono esposte nel giardino e nei tre piani del palazzo.
  • Indirizzo: Via Des Spuches - Taormina (ME)

Naumachia

Il termine deriva dal greco e significa “combattimento navale” e, in epoca romana, va ad indicare gli spettacoli che riproducevano battaglie navali ed il luogo stesso in cui essi si svolgevano. La Naumachia di Taormina è un muro di epoca romana lungo 122 m. e alto circa 5, caratterizzato da nicchie absidate e rettangolari che probabilmente ospitavano statue. Tale muro recintava un grande spazio al cui interno si trova una grande cisterna; ciò indusse nel 1700 Filippo d’Orveille  a supporre che fosse il luogo in cui si svolgevano le naumachie romane. Studi più recenti invece hanno dimostrato che la cisterna serviva per l’approvvigionamento idrico della città e che il muro fosse parte di una grande palestra (è stato anche trovato un torso maschile, oggi al museo archeologico Badia Vecchia).
  • Indirizzo: Via Naumachia - Taormina (ME)