Pompei: cosa vedere

Foro e edifici pubblici

Entrando dall’ingresso principale di Porta Marina, si incontra il Foro principale, sul quale si affacciano alcuni degli edifici pubblici della città. Il Foro era il centro propulsore della vita politica, commerciale, civile e religiosa della città romana. La grande piazza quadrangolare era circondata da un porticato, di cui restano parte delle colonne; era chiusa a sud da tre edifici probabilmente ad uso amministrativo e a nord dal Capitolium, il tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva (la triade capitolina). 
Sul lato occidentale si apriva la più imponente delle costruzioni ad uso civico: la Basilica, il luogo dove venivano celebrati i processi e si concludevano le trattative commerciali. Costruita nel II secolo a.C., la struttura conserva parte dei muri perimetrali e dei due colonnati che suddividevano una grande aula rettangolare (55x24m) in tre navate. Sul lato Est del Foro si riconoscono, in successione da sud verso nord, l’edificio di Eumachia, il Tempio detto di Vespasiano e il Macellum. Il primo è un ampio edificio la cui facciata, in mattoni, è ritmata da un’alternanza di nicchie rettangolari ed esedre e piccole nicchie semicircolari; all’interno si riconosce un portico coperto con una grande nicchia sulla parete di fondo che probabilmente ospitava la statua dell’imperatrice Livia. L’edificio fu costruito per volere della vedova Eumachia, in onore della dinastia imperiale giulio-claudia. Del Tempio detto di Vespasiano, forse costruito agli inizi del I secolo d.C., si segnala l’altare per i sacrifici conservato al centro del cortile e realizzato in marmo bianco decorato con bassorilievi su i quattro lati. 
All’estremità settentrionale della piazza si accede al Macellum, il mercato di Pompei, caratterizzato da una serie di botteghe che si aprivano sulla strada e su un cortile interno porticato. Nell’estremità orientale si conservano i resti di un piccolo tempio e due ambienti laterali; al centro del cortile è riconoscibile la base di una grande fontana, originariamente coperta da una tettoia in legno, dove si puliva il pesce. 

Dietro il Capitolium si conservano le Terme pubbliche costruite intorno all’80 a.C. Nel grande edificio, che comprendeva due sezioni separate per gli uomini e le donne, è possibile attraversare tutto il percorso che veniva fatto durante i bagni termali, dallo spogliatoio che conserva ancora i vani adibiti ad armadietti per riporre gli indumenti, agli ambienti gradatamente sempre più caldi con vasche pavimentate a mosaico e sedili in muratura. Le stanze conservano stucchi ed affreschi alle pareti e ai soffitti. 

Anfiteatro

All’estremità orientale della città si trova il grande anfiteatro, costruito poco dopo l’80 a.C. parzialmente a ridosso delle mura cittadine e in una zona abbastanza decentrata da evitare problemi di ordine pubblico nelle strade urbane, per il grande afflusso di pubblico (le gradinate potevano contenere 20.000 persone) durante gli spettacoli dei gladiatori. Peculiare nel suo genere, l’anfiteatro di Pompei si distingue per l’assenza di sotterranei sotto l’arena e per la possibilità di accedere ai livelli alti delle gradinate direttamente dall’esterno, mediante scalinate in muratura. La parte alta era coronata da una galleria alla quale, mediante grossi travi, si agganciavano ampie tende per riparare dal sole gli spettatori. Una curiosità: all’interno dell’anfiteatro i Pink Floyd realizzarono gran parte del film Live at Pompei.
  • Indirizzo: Via Plinio - Pompei

Villa dei Misteri

All’estremità occidentale della città, uscendo dalla Porta di Ercolano e passando per la via sepolcrale, si trova la villa dei Misteri, un grande edificio signorile costruito nel II secolo a.C., ristrutturato nel 60 a.C. dopo il terremoto e trasformato in un complesso rustico nel I secolo d.C. La villa è suddivisa in una parte residenziale affacciata sul mare e una servile, con ambienti per gli schiavi e per le attività agricole (tra cui la lavorazione del vino). L’aspetto più affascinante della villa sono sicuramente i bellissimi dipinti che decorano le pareti con colori strabilianti, da cui il famoso “rosso pompeiano”. Tra le raffigurazioni, la più importante è anche quella che dà il nome alla villa: scene di un rito “misterico” (l’iniziazione delle donne al matrimonio) compongono un grande affresco (definito “megalographia”) che orna le pareti del triclinio (la sala per ricevere gli ospiti).
  • Indirizzo: Via Villa dei Misteri - Pompei

Casa del Fauno

Per la sua estensione di oltre 3000mq e per le ricche decorazioni, la casa del Fauno (inizio II secolo a.C.) a metà di via della Fortuna, è considerata una delle più importanti abitazioni civili di Pompei. Rinvenuta tra il 1830 e il 1832, la casa prende il nome dalla statuetta bronzea di un Fauno danzante che decorava l’impluvium (la vasca per la raccolta delle acque piovane posta al centro dell’atrio), oggi conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (a Pompei vi è una copia). La casa ha una pianta molto complessa che si articola intorno a due atri (uno maggiore e uno minore) e due peristili (giardini porticati) che conservano parte dei colonnati perimetrali. L’esedra che separava i peristili era pavimentata con il famoso mosaico della battaglia di Isso (fra Alessandro Magno e Dario re dei persiani), conservato al museo di Napoli. Numerose sono le stanze che ospitavano le camere da letto (cubicola), il quartiere per la servitù, la zona dedicata al culto degli dei protettori della casa (i Lari) e il tablino (luogo di ricevimento tra l’atrio e il primo peristilio) che mantiene il bellissimo pavimento realizzato a cubi prospettici. 
  • Indirizzo: Via della Fortuna, Casa del Fauno VI, 12, 2 - Pompei

Casa dei Vettii

Poco distante dalla Casa del Fauno, si distingue per le raffinate pitture (definite di “IV stile”) che si sono conservate in quasi tutti gli ambienti. Oltre al famoso fregio nel salone principale degli “amorini e psychai” che eseguono diversi mestieri, si segnalano le finte prospettive architettoniche e i quadri dipinti con soggetti mitologici e battaglie navali nel triclinio, nonché le rappresentazioni propiziatorie per la prosperità della casa sugli stipiti d’ingresso (famoso il fallo di Priapo sulla bilancia). All’esterno, sulla facciata, sono ancora visibili le scritte legate alla propaganda elettorale che hanno permesso di attribuire la proprietà della casa ai Vettii, la famiglia che la ristrutturò intorno al I secolo d.C.
  • Indirizzo: Casa dei Vettii VI, 15, 1 - Pompei

Fullonica di Stefano

Questa fullonica è la meglio conservata delle 18 lavanderie attestate a Pompei. Le lavanderie venivano utilizzate sia per sgrassare le pezze di tessuto prima della vendita, sia per smacchiare i capi di abbigliamento privati. Proprietario o gestore, il nome di Stefano appare su una delle scritte elettorali conservate nella facciata di questa grande casa che venne ristrutturata adibendo il pian terreno alle attività lavorative e il primo piano ad abitazione. L’edificio conserva all’ingresso una grande vasca centrale, utilizzata per risciacquare i tessuti fini e ricavata in quello che era l’impluvium (la vasca per la raccolta delle acque piovane al centro dell’atrio) e, sul fondo, una serie di tre vasche collegate tra loro  utilizzate per sgrassare e lavare i tessuti pestandoli in acqua e soda o acqua e urina (umana o animale). Unico nel suo genere, questo edificio ha un tetto piano e una grande terrazza forse utilizzata per l’asciugatura dei panni.
  • Indirizzo: Via dell'Abbondanza, Fullonica di Stefano, I, 6, 7 - Pompei

Lupanare

Lupanare: così veniva chiamato il bordello della città; è un edificio a due piani che mantiene ancora i due ingressi (i numeri 18 e 20) che conducevano rispettivamente alle stanze a piano terra e a quelle del primo piano. L’accesso al piano terra avviene mediante uno stretto corridoio sul quale si affacciano 5 piccole stanze e una latrina; l’ingresso di ogni stanza è decorato con affreschi che rappresentano scene erotiche e posizioni sessuali. Ogni cella ospita un letto con capezzale in muratura e conserva sulle pareti scritte graffite realizzate dalle prostitute e dai clienti (sono circa 120 quelle censite). Si suppone che il primo piano, organizzato con stanze più ampie e accesso separato, fosse dedicato a clienti di maggiore riguardo.
  • Indirizzo: Lupanare, VII, 12, 18-20 - Pompei

Pistrinum (panificio)

In una traversa di via della Fortuna, si trova uno dei panifici di carattere industriale che sorsero a Pompei a partire dal II secolo a.C.. Privo di una bottega per la vendita, questo stabilimento era una vera e propria rivendita all’ingrosso che riforniva i venditori di pane ambulanti della città. Al centro di un ampio ambiente pavimentato con pietra lavica, sono ben conservate sei macine (4 grandi e 2 più piccole), anch’esse di pietra vulcanica, costituite da una parte cilindrica fissa sormontata da un blocco biconico mobile che, ruotando grazie al traino da parte di uomini o animali, consentiva la frantumazione del grano riducendolo a farina. Le pagnotte crude erano disposte lungo un tavolato appoggiato sui sostegni in muratura ancora visibili lungo la parete destra. A sinistra, invece, è il grande forno in mattoni, coperto con una calotta e lastricato con pietra lavica (pietra molto resistente) all’imboccatura per resistere agli urti della pala sul pianale durante le fasi di cottura.
  • Indirizzo: Via della Fortuna, Pistrinum, VII, 2, 22 - Pompei

Thermopolium di Vetuzio Placido

L’equivalente dell’odierno “Bar”, nel termopolium si servivano bevande e cibi freddi e caldi. L’edificio è caratterizzato dalla presenza di un alto bancone disposto su tre lati e interamente rivestito di marmi colorati; nel bancone sono incassati dei grossi contenitori ceramici (dolia) che servivano per conservare caldi i cibi e le bevande. Sul lato est del bancone, resta la traccia di un piccolo fornello. Adiacente alla rivendita, una stanza veniva utilizzata per far accomodare i clienti. Da notare il dipinto, magnificamente conservato, che costituisce il larario (un’edicola dedicata alle divinità protettrici) dell’attività commerciale.
  • Indirizzo: Via dell'Abbondanza, Termopolio di Vetutio Placido, I, 8, 8

Teatro Grande

Il Teatro grande fu edificato nel II secolo d.C. in stile tipicamente greco, sfruttando il pendio della collina retrostante per addossare la gradinata a ferro di cavallo (cavea). La gradinata, che poteva contenere fino a 5.000 spettatori, era suddivisa in 3 fasce orizzontali e in 5 cunei, ripartendo le zone di migliore e peggiore visibilità e conseguentemente di maggiore o minore pregio (lo stesso criterio con cui è definito oggi il costo del biglietto in un teatro moderno). La parte inferiore (ima cavea), più vicina al palcoscenico, aveva sedili più ampi e rivestiti in marmo ed era riservata alle autorità. Agli inizi del I secolo d.C., vennero aggiunti il corridoio ad anello nella parte alta e i palchetti sopra gli ingressi laterali. Il palcoscenico, con una grande abside centrale affiancata da due nicchie rettangolari, era arricchito da colonne e statue in marmo. Dietro la gradinata, un porticato quadrangolare fungeva da foyer, luogo di incontro e conversazione durante gli intervalli dello spettacolo.
  • Indirizzo: VIII, 7, 20 - 21, 27, 30 - Pompei

Teatro Piccolo (Odeion)

Di fianco al Teatro grande si conservano le strutture di un più piccolo teatro coperto (Odeion), dall’acustica eccellente (come attestano le iscrizioni rinvenute) e per questo destinato alla musica, alle declamazioni poetiche e alle audizioni. Si conservano la gradinata, divisa in due settori orizzontali, le arcate d’ingresso e parte delle strutture del palcoscenico.
  • Indirizzo: VIII, 7, 17-20 - Pompei

Tempio di Iside

Alle spalle del Teatro grande sono visibili i resti del Tempio dedicato a Iside, originariamente adornato di statue e decorato con bellissime pitture che furono asportate durante gli scavi alla fine del Settecento e oggi sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il tempio originario della fine del II secolo a.C., fu completamente riedificato dopo il terremoto nel 62 d.C. Il tempio, costruito in mattoni, si erge su un podio al centro di un vasto porticato di cui restano parte delle colonne; la cella sacra è affiancata da nicchie decorate con stucchi e conserva la base di una statua. Lungo il porticato si aprono una serie di ambienti dedicati al culto, tra cui il purgatorium, un recinto entro il quale si svolgevano le cerimonie di purificazione fatte con l’acqua del Nilo conservata in una giara (grosso contenitore in ceramica).
  • Indirizzo: VIII, 7, 28 - Pompei