La chiesa sorge nell'omonimo quartiere, al di fuori della seconda cerchia muraria che Cola di Monforte, nel 1458, fece edificare per includere tutta la parte della città, che ormai si era estesa anche ai piedi del colle. La chiesa, sorge sull'antica chiesetta dedicata ai SSant'Antonio e Leonardo dell'oratorio dell'ospizio dei Benedettini di Santa Maria de Foras; l'attuale chiesa è probabilmente di poco posteriore alla costruzione della cinta muraria; il portale tardo rinascimentale molto semplice reca la data del 1572. Secondo altre fonti la costruzione dell'attuale chiesa dovrebbe essere legata alla Confraternita dei Trinitari, che venuti in possesso della chiesa nel 1509 edificarono l'edificio, dedicandolo ai SSant'Antonio e Leonardo abati e rendendola sede della Congrega fino al 1809; dal 1829 la chiesa divenne sede della parrocchia di Sant'Angelo e San Mercurio.
L'interno, semplice dal punto di vista architettonico (un'aula con soffitto piano), conserva una molteplicità di opere d'arte di particolare rilevanza: l'altare maggiore, in marmo commesso datato al 1748 e in pieno stile rococò e i quattro altari sulle pareti laterali, intitolati a San Benedetto, al Sacro Cuore, a Sant'Antonio Abate e al Crocifisso; gli altari sono tutti intagliati in legno con ricchi motivi ornamentali e rivestiti in oro zecchino, le colonne purtroppo sono state depredate durante l'invasione francese del 1799.
Sono di pregevole importanza gli affreschi del pittore campobassano Michele Scaroina, databili al 1614, che si susseguono nella parte alta delle pareti, come anche la cantoria d'organo e la nicchia che ospita la statua del santo. Gli altari ospitano tele e sculture coerentemente e armonicamente inserite nella ricca cornice lignea. Sempre riferibili alla Scaroina erano i dipinti del soffitto della chiesa, che però andati in rovina agli inizi del XIX secolo, sono stati sostituiti da quello del Trivisonno, realizzati a tempera raffiguranti la Cacciata di Lucifero dal Paradiso.
Opera di Francesco Guarino da Solofra è la tela con San Benedetto che esorcizza un indemoniato, del 1643, che si trova sul primo altare a sinistra, la parte superiore dell'altare è decorata con un altro dipinto del medesimo autore, raffigurante la Pietà; altre due tele sempre di Guarino da Solofra sono Il Battista e San Gregorio Papa sormontate da due più piccole, Sant'Antonio e San Francesco, che fiancheggiano la nicchia con la statua della Vergine col Bambino nel secondo altare a sinistra. In questi dipinti si ravvisano la ricca inventiva del Guarino e la sua capacità esplicitata nel disegno e nel cromatismo, dalle tonalità prevalentemente scure, che risaltano, in modo particolare, nelle scene di vita all'aperto.
La lunetta raffigurante il Padre Eterno è di Paolo Fenoglia, un altro artista napoletano; la pala a cui la lunetta si riferisce l'opera era sul secondo altare a destra, ma sembra sia scomparsa in concomitanza con la presenza francese a Campobasso nel 1799. Altri dipinti, tra cui la Tentazione di Sant'Antonio, sulla parete di fondo del coro, sono opere di influsso fiammingo del tardo cinquecento. Di pregio è anche la statua lignea di Sant'Antonio Abate, datata al XVI secolo, collocata in un contesto architettonico ligneo e contornata da nove piccole tele con episodi della vita del santo, datate alla metà del XVII secolo. Dell'artista campobassano Paolo Saverio Di Zinno è la statua lignea di San Francesco.
Sulla parete sinistra è presente l'organo, anch'esso realizzato in legno intagliato e rivestito in oro zecchino, riccamente ornato e datato al 1696.
Sul presbiterio inizialmente si trovava una cupola, che però per problemi di stabilità è stata abbattuta e sostituita da un soffitto piatto, decorato con affreschi del pittore molisano Leo Paglione, raffiguranti l'Agnello Pasquale e i Quattro Evangelisti.
La facciata si presenta priva di elementi decorativi significativi, ed è interamente intonacata; dell'antica struttura rimangono solo due portali in pietra, di cui quello secondario è murato; il campanile è stato fortemente lesionato da un terremoto e ricostruito nel 1864; sul soffitto del campanile sono presenti affreschi del pittore Amedeo Trivisonno, danneggiati dal tempo.
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