Nel panorama delle antiche torri di Città Alta chiede spazio anche la torre di Adalberto, meglio conosciuta come “la torre della fame”.
Emanuele Roncalli (I misteri di Bergamo - 2, Bergamo, Burgo, 1999): “La cruda definizione non lascia spazio a dubbi ed evoca un luogo di privazioni, tormenti, forse pure di torture e angosciosi pentimenti. È qui, fra queste mura, dove la luce non potrà mai filtrare e dove nessun lamento potrà mai essere udibile all’esterno, che le autorità della Serenissima rinchiudevano gli evasori”.
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