L’Anfiteatro di Augusta Prætoria era un grandioso edificio di forma ellittica che misurava 94×74 m circa, del quale restano visibili solo otto arcate del settore nord-ovest, inglobate nelle strutture dell’attuale convento di San Giuseppe, e alcune porzioni delle strutture portanti. Altri resti si trovano sparsi nel prato retrostante.
Le arcate originarie erano sessanta, larghe circa 2 m, e formavano una struttura a due piani e a due ordini di gradinate.
Il pubblico poteva raggiungere le gradinate attraverso dodici scale collocate a intervalli più o meno regolari, mentre un corridoio scoperto permetteva lo scorrimento fra i settori delle tribune. L’arena poteva probabilmente essere allagata per i giochi acquatici, mentre non sembra esservi traccia di ambienti sotterranei.
Per quanto riguarda la datazione dell’edificio, anche se la sua presenza era stata prevista fin dalla formulazione del piano della città (fondata nel 25 a.C.), le caratteristiche stilistiche farebbero pensare all’età giulio-claudia e quindi al I secolo d.C.
Durante il medioevo l’Anfiteatro assunse l’appellativo di Palatium Rotundum e tra l’XI e il XII secolo vi si installò una famiglia nobile che prese il nome di De Palatio. Nell’arena, fino al XIII secolo, si svolgevano i duelli giudiziari, i cosiddetti “giudizi di Dio”.
Il monumento non è stato ancora oggetto di sistematiche indagini archeologiche. I soli saggi di scavo, anche se non estesi a tutta la superficie dell’edificio, furono eseguiti da Carlo Promis che in Le antichità di Aosta, pubblicato nel 1862, diede anche un rilievo e una ricostruzione del monumento. Nel 2004 uno scavo archeologico presso la vicina Torre dei Balivi ha messo in luce parti di una struttura muraria esterna che seguiva l’andamento del fronte dell’Anfiteatro.
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