La porta, chiamata in origine Porta Appia perché attraversata dalla via omonima, è la più grande delle Mura Aureliane e tuttora in ottimo stato di conservazione. In origine presentava due ingressi gemelli ad arco, ai lati dei quali erano due torri semicircolari.
Successivamente le torri furono ampliate e rialzate di un piano mentre all’interno venne creato un cortile fortificato. Probabilmente sotto Onorio (395-423 d.C.) i due ingressi furono ridotti ad uno solo, che costituisce l’attuale apertura, e le torri inserite in due grandi basamenti quadrati rivestiti di marmo.
Nello stipite destro della porta - rispetto a chi esce – sono ancora visibili, incise nel marmo, la figura dell’arcangelo Gabriele e un’iscrizione medievale. Quest’ultima ricorda la battaglia vittoriosa del popolo romano contro Roberto d’Angiò, avvenuta nei pressi della porta nel 1327.
Gli ambienti interni subirono numerose trasformazioni soprattutto negli anni 1942-43, quando l’edificio divenne residenza di Ettore Muti, segretario del partito fascista. Oggi vi ha sede il Museo delle Mura.
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