Realizzato probabilmente da Marco Aurelio nel 211 d.C., fu chiamato in origine "Pons Aurelius" e successivamente "Pons Janicularis" per la vicinanza con il colle Gianicolo. Rovinato da una inondazione del Tevere nel 792 venne ridenominato "Rotto" fino al suo rifacimento ad opera di Papa Sisto IV (da cui il nome attuale) negli anni tra il 1473 ed il 1479 in occasione del Giubileo.
Celebrato dal Vasari e dagli umanisti, fu comparato, per le proporzioni ed il materiale usato, agli antichi e solidi ponti romani. Ha quattro arcate in muratura ed è lungo m108 e largo m 11. Dalla caratteristica struttura a schiena d'asino, il ponte ha al centro un grande occhialone rotondo incorniciato di travertino.
Questo foro, in occasione delle piene, permette di dar sfogo alle acque e, da sempre, è stato utilizzato dai romani come indicatore infallibile della pericolosità delle acque. Se non viene inondato dai flutti non c'é nulla da temere per il quartiere di Trastevere.
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