Il Palazzo della Civiltà del Lavoro, conosciuto oggi più come Palazzo della Civiltà Italiana o "Colosseo quadrato", venne realizzato a partire dal 1938 nell'ambito del grande intervento urbanistico che portò all’edificazione del quartiere EUR.
Nel 1940 il regime fascista volle una prima inaugurazione, anche se l’edificio doveva ancore essere completato. I lavori di edificazione si interruppero nel 1943, a causa della guerra, e ripresero soltanto nel 1951. A seguito di pubblico concorso, una giuria presieduta da Marcello Piacentini scelse il progetto degli architetti Giovanni Guerrini, Ernesto La Padula e Mario Romano che intesero così celebrare, ripetendolo per ben 216 volte nei quattro prospetti uguali, il motivo dell'arco assunto come tipicamente rappresentativo della civiltà italiana e romana in particolare.
L'edificio era stato pensato in laterizio ma per motivi economici venne realizzato in cemento armato e interamente rivestito di travertino. Ai lati delle due scale sono collocati quattro gruppi scultorei di Publio Morbiducci raffiguranti i Dioscuri. Le 28 statue alloggiate sotto le arcate del primo ordine rappresentano "arti e attività umane". In alto la scritta: "Un popolo di poeti di artisti di eroi, di santi di pensatori di scienziati, di navigatori di trasmigratori".
Il Colosseo Quadrato con la sua architettura razionale e metafisica è diventato sfondo o citazione di molti film, da Roma città aperta di Rossellini a l'Eclisse di Antonioni, da Otto e mezzo di Fellini a Il ventre dell'architetto di Peter Greenaway fino alla Notte prima degli esami di Brizzi.
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