La tradizione vuole che la data di fondazione della biblioteca sia la medesima della istituzione della Scuola della Pia Casa della Sapienza fondata intorno alla seconda metà del Quattrocento grazie a una donazione del Cardinale Niccolò Forteguerri. A questo personaggio uno dei più famosi della città tanto da essere menzionato nel Pantheon di piazza San Francesco, è dedicata anche la statua collocata nella vicina piazza dello Spirito Santo.
La scuola della Sapienza era biennale e completamente gratuita; oltre all'istruzione primaria, forniva a dodici studenti cittadini di condizioni disagiate i mezzi necessari per mantenersi agli studi universitari.
Durante la pestilenza della seconda metà del Quattrocento quando in molti trovarono rifugio a Pistoia la Pia Casa ospitò nei suoi locali l'Università di Pisa.
L'edificio che oggi ospita la biblioteca e che si affaccia con un loggiato in stile rinascimentale sulla piazza non è quello che in origine ospitava la Casa della Sapienza. Fu infatti edificato nel corso del Cinquecento in luogo di una più antica costruzione dall'architetto fiorentino Nanni Unghero. Solo dopo le modifiche apportate da quest'ultimo la scuola trovò qui la sua sede trasformandosi in Collegio Forteguerri.
La vera data di fondazione della Biblioteca è il 1696 anno in cui per volere del Granduca fu imposto all'amministrazione locale di finanziare una biblioteca pubblica annessa al collegio. Fino a tutto il XIX secolo la biblioteca convisse con l'istituzione scolastica trasformatasi nel frattempo nell'illustre Regio Liceo Forteguerri che annoverò tra i propri insegnanti il poeta Giosuè Carducci, come ricorda una lapide posta sotto il porticato. Solo nel 1923, anno in cui il liceo fu trasferito nei locali dell'ex monastero di San Giovanni in Corso, il palazzo della Sapienza divenne esclusivamente sede della biblioteca pubblica perdendo, così, il carattere di raccolta scolastica.
La biblioteca fu riaperta al pubblico nel 1926.Oggi la Biblioteca Comunale Forteguerriana conserva rari incunaboli e preziosi manoscritti tra i quali trenta dei duecento codici che l'umanista pistoiese Sozomeno lasciò, nel 1458, al Comune. Nel corso dei secoli le donazioni sono quelle che hanno permesso l'arrichimento del patrimonio librario, contribuendo a delineare quel carattere di biblioteca storica che ancor'oggi conserva.
Tra le raccolte, tutte consultabili, sono da segnalare quella di Fernando Martini, dell'Accademia pistoiese di Scienze Lettere e Arti, di Alberto Chiappelli, di Alberto Montemagni, la raccolta Puccini e quella Macciò.
Le nuove accessioni hanno privilegiato nel tempo il settore umanistico.
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