L’edificio di via Santa Franca, che nel 1904 fu assegnato alla Società Filodrammatica Piacentina, fu costruito nel cinquecento e svolse, nei secoli, funzioni ben diverse. La sua origine risale al 1549 quando le monache cistercensi di Santa Franca avviarono la costruzione di una chiesa all’incrocio tra via San Siro e via Solferino (l’attuale Via Santa Franca), dove poter trasportare il corpo della loro patrona.
La chiesa era a pianta basilicale con una sola navata coperta da una volta a botte. Di fianco alla chiesa fu realizzato il convento per le monache attualmente trasformato in sede del Conservatorio e dedicato al musicista piacentino Giuseppe Nicolini. In seguito alla soppressione del convento ordinata da Napoleone, l’edificio – comprensivo di chiesa e monastero – passò sotto l’egida del demanio, sino a quando Maria Luigia d’Austria lo concesse al Comune di Piacenza che lo destinò a usi militari: Guardia Nazionale, Vigili del fuoco e Genio militare austriaco abitarono il complesso. In seguito fu adibito a sede di una scuola di musica prima e di una tipografia poi. Fu nei primi anni del 900 che la ex chiesa di Santa Franca fu convertita in teatro, con l’inserimento di una platea con loggiato e un ampio palcoscenico. La facciata, in stile Liberty, è opera di Gazzola.
Il Liberty, di gran moda all’inizio del Novecento, influenzò tutto il progetto. Il tema decorativo delle linee curve che caratterizza l’esterno, definito ad “ali di farfalla” si accompagna ai portoni e alle parti di ferro battuto, in particolare i lampioncini con una strana coda a serpentina, che ricalcano gli stessi motivi artistici. Il gusto degli interni appare più ottocentesco: delicate decorazioni floreali attraversano tutta la sala, dall’arco di proscenio al soffitto, illuminata da una doppia fila di palloncini dorati con un motivo a foglie di pungitopo.
Attualmente il teatro può accogliere poco meno di 300 spettatori.
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