Coerentemente con la tradizione dei palazzi patrizi pavesi, l'ubicazione e l'impianto tipologico di Palazzo Belcredi rispettano l'antico reticolo viario cardo-decumanico; inoltre il tessuto urbano stesso - ancora medievale - in cui le dimore patrizie si inseriscono condiziona le soluzioni architettoniche e permettono il recupero di tipologie della stessa tradizione architettonica medievale pavese, nonché dei materiali locali.
Lo stesso tema della torre, sia pur svuotato attraverso un lessico completamente rinnovato dell'originario contenuto ideologico, da torre-vedetta simbolo di prestigio e di forza della casata diviene elemento decorativo e simbolico-celebrativo, talvolta anche con funzione di "belvedere". La tendenza alla conservazione della fisionomia urbanistica, spesso addirittura delle strutture architettoniche preesistenti sulle aree dove sorgono le nuove dimore (è questo il caso di Palazzo Belcredi), determina un atteggiamento prammatico nel costruire: nel sapiente adattamento a questi vincoli, gli architetti trovano lo spunto di volta in volta per soluzioni magistralmente orchestrate. Per questi motivi le case signorili pavesi tendono a sfuggire a schematizzazioni tipologiche troppo rigide. Lo schema del palazzo «massa cubica o a parallelepipedo con corte interna o cortile, variante profana del chiostro o loggiato» (Chastel) sembra essere comunque il modello più diffuso. Infatti Palazzo Belcredi è impostato planimetricamente intorno un ampio cortile quadrangolare, attorno al quale i corpi di fabbrica si dispiegano ricalcando i tracciati viari preesistenti.
Come già visto, con la demolizione attuata nel 1699 di un muro e di alcuni rustici prospicienti il palazzo sulla Contrada della Mostiola (attuale via Luigi Porta), si viene a creare un piccolo piazzale che introduce al Palazzo. La Torre a sud ed un muro di cinta a nord abbracciano questo spazio urbano al tempo stesso aperto e chiuso, se considerato in rapporto alla larghezza della strada su cui prospetta. Il grande androne d'ingresso (lungo 20 metri e largo 4) conduce alla corte ariosa, disimpegnando a sud lo scalone d'onore che conduce ai due piani superiori. Nella parte nord del corpo di fabbrica prospiciente la strada si trova un grande salone colonnato voltato a crociera lungo circa 20 metri e largo 9.
L'ala sud - di quattro piani fuori terra -presenta ancora evidenti tracce delle arcate trecentesche tamponate nel '700 e visibili anche ai piani superiori. Il corpo porticato a ovest invece è a soli tre piani fuori terra ed è stato rimaneggiato nel XVIII secolo; esso affaccia con un portone trecentesco su via Morazzone, dove esisteva un ingresso di servizio. L'ala nord, infine, è stata eretta nel XIX secolo e presenta tre piani fuori terra, le cui altezze dei solai non corrispondono a quelle degli altri tre corpi.
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