La città si prende a volte qualche pausa. È il caso di piazze e piazzette che sorgono improvvise, rompendo la monotonia di vie e direttrici. Così succede per Piazza Santa Eufemia, dove sorge, quasi si annida, l'Ex-Chiesa di San Paolo Converso alle Monache, che appare come edificio discreto e un po' appartato. La presenza di alcuni alberi contribuisce un po' a coprire la facciata di questo edificio.
La ricchezza di elementi decorativi, le soluzioni architettoniche adottate e la presenza di alcuni dipinti interessanti del XVI secolo, sono alcuni degli elementi di maggiore pregio di questa chiesa.
L'edificio fu voluto da una nobile, Paola Ludovica Torelli, contessa di Guastalla; dopo aver venduto il suo ricco feudo, volle destinare il denaro ricavato alla costruzione di una chiesa e di un monastero per l'ordine delle Madri Angeliche, da lei appena fondato.
I lavori di costruzione della chiesa partirono il 1° marzo 1549.
L'edificio è costituito da una sola navata con copertura a volta a botte suddivisa in due sale. Una esterna, aperta al pubblico, con quattro cappelle per lato, quella più interna, allora riservata alle monache, con cinque cappelle per lato.
Nel secondo dopo guerra la Chiesa venne utilizzata come aula di registrazione di una nota casa discografica.
Il 21 Dicembre 1995 con un decreto arcivescovile il monumento è stato adibito ad uso profano e successivamente dato in gestione alla Fondazione Metropolitan che lo ha trasformato in spazio polifunzionale per eventi culturali ed altre manifestazioni.
La facciata monumentale a due ordini, realizzata a partire dal 1611, si caratterizza per la ricchezza decorativa ed il gioco di chiaroscuri donato dai forti aggetti, numerosi elementi che sporgono rispetto la facciata dell'edificio.
Sul portale l'altorilievo della “Conversione di San Paolo”, soggetto ripreso anche nell'affresco del presbiterio insieme al “Miracolo” e al “Martirio”, ad opera di Antonio Campi (1564).
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