La Biblioteca Labronica, intitolata a Francesco Domenico Guerrazzi, è la principale biblioteca pubblica di Livorno.
Le origini vanno ricercate nell'Accademia Labronica fondata da Giuseppe Vivoli nel 1816 allo scopo di promuovere le lettere, le scienze e le arti a Livorno. I soci fondarono una prima biblioteca, che nella prima metà dell'Ottocento contava già 7.000 volumi; essa fu aperta al pubblico e successivamente, dopo la metà del secolo, fu donata al Comune ed ingrandita.
Qui si trova una ricca collezione di autografi (come quelli di Giacomo Leopardi e Galileo Galilei), manoscritti (ad esempio di Ugo Foscolo) e antichi volumi stampati a Livorno sin dal XVII secolo; in particolare merita di essere ricordata l'edizione dell'Encyclopédie, stampata dal 1770 presso l'antico Bagno dei forzati. Nel tempo la biblioteca si è arricchita grazie ai notevoli lasciti, come quelli della famiglia Bastogi, che nel 1923 donò al Comune la vasta collezione di autografi nota come "Autografoteca Bastogi".
La biblioteca è suddivisa in diverse sedi. Dal secondo dopoguerra, quella di maggior prestigio è l'antica Villa Fabbricotti, nei cui magazzini sono conservati 120.000 libri, 1.500 manoscritti e 60.000 autografi. Nel parco della villa si trova anche la Biblioteca dei Ragazzi con circa 14.000 libri utili alla formazione degli utenti di giovane età.
Al primo piano dei Bottini dell'olio, nel quartiere della Venezia Nuova, trovarono collocazione le pubblicazioni edite dal 1950; il complesso disponeva di circa 1.000 metri quadri di superficie, ma i volumi furono trasferiti presso una struttura annessa a Villa Maria e poi nella stessa villa a seguito del restauro dell'edificio, attualmente chiuso.
Nei pressi dei Bottini, in via del Toro, ha sede l'Emeroteca, dove possono essere consultati 750 periodici correnti e 3.200 periodici del passato, alcuni dei quali settecenteschi; i magazzini hanno uno sviluppo lineare di circa 6 chilometri.
Per diversi anni i fondi di storia locale trovarono invece collocazione negli ambienti di Villa Maria; tuttavia, a causa di alcuni lavori di adeguamento funzionale dell'edificio, il materiale fu depositato presso la Villa Fabbricotti. In una struttura annessa alla villa furono comunque trasferiti i volumi dei Bottini dell'olio. Al 2013 la villa è stata riaperta dopo un lungo restauro.
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