Sede altamente simbolica del locale Partito Fascista, l'attuale Casa della Libertà si presenta completamente rivestita in marmo bianco-rosato di Zandobbio. Un'architettura di pietra, i cui prospetti alti 21 metri e larghi 50, si sviluppano su tre lati adottando un'articolazione modulare di aperture alternate a pilastri. La facciata principale, sulla piazza, è costituita da un imponente porticato di dodici pilastri di ordine gigante, reggenti un architrave recante la dedica: AD ANTONIO LOCATELLI TRE VOLTE MEDAGLIA D'ORO EROE DELLA GUERRA E DELLA RIVOLUZIONE. Sul risvolto angolare è riportata la data: XVII ANNO E.F. La parete di fondo del portico ha una fascia basamentale rivestita di pietre con taglio a punta di diamante, coronata da un fregio con otto formelle a bassorilievo dello scultore Leone Lodi con soggetti tra cui "Il lavoro della terra", "L'unione coniugale", "I mestieri" e la "Navigazione".
Sopra l'ampio ingresso profilato da una cornice con cassettoni circolari - motivo ripreso anche nella copertura del portico -, il prospetto è unito ai quattro pilastri centrali da una scala che collega il primo piano con la balconata per i discorsi pubblici, attrezzata con un podio mobile in rame. Superata la scala di accesso, decorata ai lati da sei bassorilievi di Edoardo Villa raffiguranti protagonisti della storia bergamasca, si entra nell'atrio monumentale, originariamente illuminato da vetrate e lucernario. Qui, sulla parete che lo separa dall'ex Salone della vecchia guardia (ora auditorium), nel 1940 Antonio Giuseppe Santagata dipinse la "Vita eroica di Antonio Locatelli". Oltre al salone, al piano terra, erano ubicati il sacrario, i servizi amministrativi e tecnici. Il primo piano ospitava gli uffici del Federale e quelli della Segreteria politica; quelli superiori accoglievano le sedi di alcune organizzazioni del partito. Gli ambienti si distribuiscono lungo un corridoio anulare e sono collegati verticalmente da tre scale, due monumentali con avvio dall'atrio, e una di servizio nel lato settentrionale.
Per quanto in gran parte alterata nell'articolazione interna dei locali, la Casa custodisce ancora materiali e finiture originali e di pregio.
La Casa Littoria, dedicata all'eroe cittadino Antonio Locatelli, rientra nel piano di ridefinizione dell'area lasciata libera dalla demolizione dell'antico ospedale di San Marco, oggetto di un concorso bandito nel 1936. Sebbene nessuno degli elaborati presentati emergesse sugli altri, la commissione giudicatrice - della quale faceva parte anche Marcello Piacentini -, decise di assegnare il primo premio al progetto dell'architetto Alziro Bergonzo. A lui venne affidata la direzione artistica del cantiere, mentre all'ing. Oscar Gmur quella strutturale e all'architetto Paleni quella economica. Costruito tra il 1937 e il 1940, con alcune varianti rispetto al progetto originale, l'edificio costituisce la quinta settentrionale di una nuova e più ampia piazza che, nelle intenzioni della Federazione Fascista locale, doveva costituire un'alternativa a piazza Vittorio Veneto in occasione di grandi manifestazioni.
Bergonzo progetta anche gli arredi degli uffici, la cui destinazione d'uso era già prevista nel bando di concorso.
L'apparato decorativo è affidato a grandi artisti: Leone Lodi (1900-1974), Nino Galizzi (1891-1975) ed Edoardo Villa (1915-2011) per le sculture, Contardo Barbieri (1900-1966), Arnaldo Carpanetti (1898-1969), Gianfilippo Usellini (1903-1971) e Domenico Rossi (1911-1955) per le pitture.
Divenuta proprietà del Demanio statale nel dopoguerra muta il nome in Casa della Libertà, e viene destinata a sede di vari enti e associazioni, subendo notevoli trasformazioni interne.
Sei del posto? Cosa ne pensi di Palazzo della Libertà?
Loggati per suggerirlo!