L'attuale edificio sorse per iniziativa del Conte Orazio Cavazzi della Somaglia, che aveva vasti possedimenti nel lodigiano, nel 1688 su un edificio mutuato dai conti Barattieri e fu terminato dopo quasi un ventennio. L'odierna facciata, semplicissima nelle linee e scandita da tre ordini di finestre, è illeggiadrita da tre balconcini canestra in ferro battuto sopra il portale d’ingresso.
Complessa e originale risulta l’organizzazione dei volumi del palazzo, che si allestiscono intorno ad un cortile porticato su tre lati, di cui quello di fronte all’ingresso funge da diaframma che introduce scenograficamente al giardino, purtroppo oggi in gran parte distrutto.
Di grande interesse architettonico è lo il meraviglioso scalone, ubicato fra i due cortili, a quattro rampe oblique con balaustra in arenaria molto deteriorata e divergenti, affacciato sul loggiato e piacevolmente illuminato da finestre. Si è ipotizzato che lo scalone sia stato costruito in un secondo tempo verso il 1730 su progetto di Domenico Cervini, autore dello scalone di Palazzo Baldini Radini-Tedeschi.
Gli affreschi scenografici a tre ordini architettonici che ornano le volte del vano della scala, ripresi anche negli appartamenti interni, sono assegnabili al quadraturista Francesco Natali nell’alcova e nella loggia, con la collaborazione nelle parti figurate, di Roberto de Longe e della sua bottega (prima metà del XVIII secolo).
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